La pizza, piatto nazionale, piace molto di più al nord! Il nostro focus sul Veneto

La pizza, piatto nazionale, piace molto di più al nord! Il nostro focus sul Veneto

Lo rivela un' indagine di CNA Agroalimentare sulle dinamiche del comparto ristorazione

Sua Maestà la Pizza! Parola universale: uguale in tutte le lingue e compresa in ogni parte del mondo; sinonimo di Bella Italia e di buon cibo.

Nonostante i due anni difficilissimi per l’economia del territorio che hanno visto purtroppo la chiusura di molte attività di ristorazione che non hanno retto il lockdown e alle limitazioni imposte dal Covid, la Pizza resiste, anzi: tutte le attività italiane legate alla sua produzione sono uscite dalla pandemia in crescita e più apprezzate, sia pure in maniera difforme da una regione all’altra. Lo rileva una indagine di CNA Agroalimentare che analizza tutte le attività che producono e/o distribuiscono pizza: panetterie, gastronomie pizzerie, rosticcerie pizzerie, pizzerie da asporto, bar pizzerie, ristoranti pizzeria.

Una indagine dalla quale emerge prima di tutto come la pizza sia ormai diventata un simbolo del Made in Italy gastronomico, aggiungendo alle ricette regionali tradizionali, una caratterizzazione produttiva nazionale.

Sempre secondo i dati dell’indagine CNA, la Pizza ha confermato il suo status prevalentemente nel Nord rispetto al Sud. I dati del Nordest tra il 2019 e il 2021 evidenziano che in Veneto sono nate 1.268 nuove attività pari ad un aumento del +20,2%; considerevole anche l’aumento in Friuli Venezia Giulia, +59,8% (+645 unità che fanno raggiungere le attività della galassia pizza il totale di 1.724); e in Trentino Alto Adige, +39,5% (+562 unità che fanno raggiungere le attività della galassia pizza il totale di 1.983).

In Veneto, dunque, i due anni di pandemia hanno incentivato le attività di panetterie (634), gastronomie pizzerie (159), rosticcerie pizzerie (84), pizzerie da asporto (1595), bar pizzerie (2.787) e ristoranti pizzeria (2.287) sino a raggiungere quota 7.546 unità, quota che rappresenta il 6,2% di tutte le attività presenti nel Paese Italia.

Se si analizza il dato secondo il criterio della densità per abitante, però, le tre regioni si posizionano ancora negli ultimi posti, segno che c’era e c’è ancora spazio di crescita. In Veneto è presente un’attività che lavora la pizza ogni 643,3 residenti. Il Trentino Alto Adige si posiziona quattro posti più sopra nella classifica delle regioni con un’attività ogni 543,6 residenti; mentre, fanalino di coda, il Friuli Venezia Giulia con un’attività ogni 694,5 abitanti, ben lontana dalla media nazionale di un’attività ogni 485,3 residenti.

L’indagine condotta da CNA Agroalimentare si focalizza in particolare su due attività: i ristoranti pizzeria e le pizzerie da asporto. Ne viene fuori la fotografia di un Paese che, a causa della pandemia, ha profondamente modificato molte abitudini, anche alimentari.

Il lockdown ha pesantemente inciso sul comparto ristorazione: tra il 2019 e il 2021, i ristoranti pizzeria in Italia sono calati di 87 unità, scendendo da 39.989 a 39.902 tra crolli in alcune regioni come la Campania e balzi in Trentino Alto Adige con +935 inaugurazioni ossia il +239,13%; in Veneto con +508 inaugurazioni, +28,56% (passando dai 1.779 del 2019 ai 2.287 del 2021) e Friuli Venezia Giulia con +167 inaugurazioni, (+41,13%).

Tendenza al forte rialzo per le pizzerie da asporto, favorite dalle restrizioni sanitarie e dal lavoro da remoto, che hanno costretto tutta l’Italia in casa. Tra il 2019 e il 2021 le pizzerie da asporto, su media nazionale sono salite del 38% (vale a dire di 5.367 unità arrivando a 19.669 attività complessive). Notevole l’incremento nel Nordest: in Veneto +62%, con +608 inaugurazioni (passando dalle 987 pizzerie d’asporto del 2019 alle 1.595 del 2021) e in Friuli Venezia Giulia (+371%, con +182 inaugurazioni, passando dalle 49 pizzerie d’asporto del 2019 alle 231 del 2021). In controtendenza, invece, il Trentino Alto Adige che ha registrato un brusco calo del -82% (con 127 chiusure, passando dalle 154 pizzerie d’asporto del 2019 alle 27 del 2021).

«Il momento storico e la congiuntura economica eccezionale che abbiamo vissuto negli ultimi due anni a causa del Covid – riflette Matteo Ribon Segretario CNA Veneto ­– ha ovviamente determinato un radicale mutamento nelle abitudini alimentare degli italiani. La forzata chiusura ha dato enorme impulso alle attività per asporto, e le pizzerie, dati alla mano, ne sono uscite rafforzate. Al contrario sono state pesantissime le conseguenze per il comparto ristorazione – ad eccezione della attività di ristorazione caratterizzate dalla produzione di pizza – costretta ad un difficile ridimensionamento e riposizionamento. A due anni di distanza, nonostante la pandemia non sia ancora dietro le nostre spalle e in attesa dell’autunno, urge una riflessione sull’intero comparto per capire se questi dati in aumento siano da classificare come un fenomeno transitorio o se sia davvero necessario ripensare l’offerta in toto per quanto riguarda la ristorazione. Un momento economico che richiede pianificazione, sostegno e programmazione per poter approntare solide politiche di sviluppo e trasformazione nel prossimo futuro, evitando inutili e dannose concorrenze al ribasso.»

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