In merito alle criticità riscontrate sul Fondo per la filiera della ristorazione, o Bonus ristoranti, soprattutto nelle domande inviate per posta, il 20 maggio 2021 si è tenuta un’interrogazione parlamentare, alla quale ha dato risposta il Sottosegretario al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Il Sottosegretario Centinaio ha rilevato che il Ministero ha già provveduto a chiedere a Poste italiane S.p.A. un particolareggiato cronoprogramma delle attività che, ad oggi, stante i controlli da effettuare, è stato perseguito nei tempi e nelle modalità pattuite.
Nello specifico, al 20 maggio risultano totalmente liquidate il 64% delle domande pervenute, con il saldo definitivo che è stato effettuato la scorsa settimana.
I ritardi sul restante 36% delle domande, prosegue, non sono dipesi da rallentamenti dell’istruttoria ma dal fatto che queste domande, nella maggioranza dei casi presentate non in forma digitale attraverso il portale telematico ma in forma cartacea presso gli sportelli postali, sono risultate errate o incomplete.
Per queste pratiche, per cui si rende necessaria un’integrazione documentale a cura del richiedente, il pagamento dell’anticipo potrà essere effettuato solo a seguito dell’avvenuta regolarizzazione della stessa.
Il Sottosegretario ha concluso assicurando che seguirà con attenzione l’attuazione di questa misura attraverso un costante confronto con il concessionario Poste italiane S.p.A. al fine di evitare ogni ulteriore rallentamento o criticità.
I numeri delle domande presentate e dei fondi utilizzati
Dei 600 milioni stanziati per il Bonus ristoranti, sono giunte richieste per soli 307 milioni, forse anche per la difficoltà nel formulare le domande e per la complessità dell’iter della misura.
Le imprese richiedenti sono 42.673. Al 12 maggio solo 222 milioni sono stati effettivamente erogati. Oltre 11.500 domande sono rimaste al palo.
Sono andate più spedite e a buon fine le domande presentate tramite la procedura web rispetto a quelle presentate tramite Poste italiane S.p.A.
Dei quasi 300 milioni rimanenti CNA Agroalimentare invita a farne buon uso e a reinvestirli sempre per il martoriato settore della ristorazione.