CNA Aerospazio chiama a raccolta le PMI più tecnologiche del Veneto con l’obiettivo di creare un gruppo nazionale di 100 PMI competitive con tecnologie elevate. Le imprese, condividendo informazioni e mettendo insieme le proprie eccellenze daranno vita a un cluster in grado di dialogare con i più grandi player nazionali e internazionali dell’aerospazio.
La chiamata arriva dall’imprenditore Gaetano Bergami, titolare di BMC, e responsabile nazionale di CNA Aerospazio. È stato ospite lunedì 12 ottobre dell’evento “Space economy: quali opportunità per le PMI” che si è tenuto in un hangar dell’aeroporto militare di Istrana alla presenza di un centinaio di imprese e altrettante collegate da remoto.
L’evento, il primo di un ciclo di tre, è stato organizzato da CNA Treviso. Ha avuto il sostegno della Camera di Commercio Treviso-Belluno. E la collaborazione di numerosi partner, tra cui Fab Lab Castelfranco Veneto.
Space Economy: i vantaggi di fare squadra
L’Italia fu il quinto paese al mondo ad aver effettuato un lancio orbitale. Fu il satellite San Marco nel 1964. Oggi è ancora la sesta potenza spaziale al mondo, e vanta l’intera filiera produttiva che porta allo spazio.
«L’aerospaziale è il settore dove oggi si trova la più alta tecnologia sul pianeta, quindi entrarci è una sfida affascinante per un’impresa – ha spiegato Bergami -. È certamente un percorso complesso perché richiede tecnologie speciali. Però molte nostre aziende le possiedono e le stanno usando per altre applicazioni. Queste PMI devono sapere che potrebbero essere spese anche nell’aerospazio. I vantaggi, quando si riesce ad entrare, sono importanti. Ad esempio commesse di 20-25 anni, un arco temporale che permette ad un’azienda di programmare il proprio sviluppo. Servono imprenditori che abbiano la voglia di mettersi in gioco e accettare la sfida. CNA Aerospazio è nata per aiutarli».
A CNA Aerospazio fanno riferimento già una trentina di PMI da tutta Italia. Sono eccellenze in settori tradizionali, e sono riuscite ad entrare anche nel settore dell’aerospazio.
Space Economy: era dello Spazio 5.0
Oggi siamo nell’era dello spazio 5.0, quello della new Space Economy. Esso è caratterizzato dal ruolo del privato, all’approvvigionamento di dati e materie prime nello spazio e dalla contaminazione sempre più stretta tra economia terrestre ed economia spaziale, dice Anilkumar Dave, responsabile del trasferimento tecnologico dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
«Lo spazio è sì un mercato per chi offre tecnologie e prodotti. Ma è anche un mercato per chi vuole usare le tecnologie spaziali e i dati di derivazione spaziale per sviluppare nuove applicazioni – ha spiegato -. Ad esempio le tecnologie spaziali che vengono utilizzate per la sensoristica, possono essere utilizzate nell’automazione, nella meccanica. ; ci sono esempi di sensori spaziali che rilevano temperature molto alte e molto basse usati per gli elettrodomestici. Oppure immagini e osservazioni della terra usate per l’agricoltura di precisione. Rilevatori utilizzati nello spazio applicati poi nel biomedicale per fare nuove tac e altri strumenti di magnetorisonanza. Lo spazio è molto più vicino di quello che pensiamo, non è più un club per un’élite di pochi. A beneficio di moltissimi è ciò che viene definito il downstream. L’utilizzo, cioè, dei dati di posizionamento satellitare, di osservazione della terra o le tecnologie per applicazioni che sono molto lontane dal settore dello spazio».
Prossimo appuntamento il 9 novembre
Il prossimo incontro si terrà il 9 novembre sul tema “Space Economy e big data a servizio di economia, cultura e territorio”. L’evento si terrà in modalità online.
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Per informazioni sul progetto, scrivere a: bottaro@cnaveneto.it