Il “Veneto oltre”. CNA Veneto incontra la dirigenza delle province

Nell’attesa del costituendo governo, la disamina economico-politica del giornalista Francesco Jori

Incontro formativo ed informativo rivolto alla Dirigenza CNA Veneto, tenuto dal giornalista Francesco Jori, profondo conoscitore del Nordest, per comprendere il territorio ed esaminare le prossime dinamiche sullo sfondo del costituendo nuovo scenario politico.

In dialogo con Jori, il Presidente di CNA Veneto Moreno De Col con il Segretario Matteo Ribon, che hanno fortemente voluto questo momento di condivisione con tutti i dirigenti provinciali della Confederazione.

Da sinistra Matteo Ribon, Francesco Jori, Moreno De Col

«Abbiamo ritenuto importante per i nostri dirigenti ascoltare le dinamiche politiche e sociali che da sempre hanno caratterizzato il nostro territorio – ha spiegato il Presidente De Col nei saluti di apertura –. E non potevamo che affidarci all’esperienza di un giornalista come Francesco Jori che ha sempre seguito i mutamenti e le evoluzioni del Veneto, coniugando l’analisi politica alle profonde trasformazioni sociali ed economiche che hanno coinvolto questa regione, una delle “locomotive” economiche del Paese dal dopoguerra, almeno sino alle crisi dell’ultimo decennio.»

«La stabilità politica, ma soprattutto i rapporti consolidati con le istituzioni sono fondamentali per intessere azioni di sostegno alle PMI – ha aggiunto il Segretario Matteo Ribon –. In uno scenario così particolare per il Veneto, abbiamo il dovere di interfacciarci con competenza con le istituzioni, ma soprattutto di comprendere appieno la storia socio-politica della nostra regione per far fronte ai mutamenti in essere e affrontare le sfide che abbiamo dinanzi.»

Un incontro che Francesco Jori ha aperto con una disamina sulla peculiarità politica della regione: dall’inizio del Novecento il Veneto è sempre stato la roccaforte della Democrazia Cristiana. Il voto, nelle elezioni del 1919 ha votato il Partito Popolare prima e poi ha premiato la Democrazia Cristiana sua erede; quindi si è sempre posizionato in area di centro-destra, mentre la “sinistra” è sempre rimasta marginale almeno sino agli slot di voto del 1994.

«Dagli anni Novanta, con la Seconda Repubblica – ha spiegato Jori – in Veneto si è verificato un altro fenomeno singolare: l’elettorato si è spostato in massa non più a seguire movimenti ideologici ma verso figure carismatiche di riferimento. Da Silvio Berlusconi di Forza Italia, a Umberto Bossi della prima Lega sino a seguire Matteo Renzi alle europee del 2014 che ha raccolto il 38% del censo. E poi Matteo Salvini alle europee del 2019. E adesso il censo è andato a Giorgia Meloni, sfiorando il 50%. Abbiamo assistito ad un fenomeno in cui il voto si è spostato in massa dal partito, al leader, e via via dall’uno all’altro per profonda insoddisfazione. Un sentimento che gli elettori veneti hanno sempre espresso appunto attraverso il voto. Ma lo scenario è nuovamente cambiato – ha proseguito Francesco Jori – con le ultime elezioni, nelle quali il vero protagonista è stato l’assenteismo elettorale: 3 elettori su 10 non si sono recati alle urne alle ultime recenti elezioni politiche. In sintesi un milione e 200mila veneti non sono andati a votare a dimostrazione di un crescente distacco dal ceto politico. E questo è un problema: questi cittadini non votano, non risultano, ma ci sono, lavorano, hanno delle esigenze. Perché? Con ogni probabilità ciò è accaduto perché oramai nessun partito politico, dopo la DC, è stato in grado di soddisfare le richieste di un popolo esigente, tra i protagonisti più attenti ed efficaci della storia socio-economica del Paese. E il pensiero più prossimo è il seguente: dopo Giorgia Meloni, questo elettorato, sfiduciato e insoddisfatto, dove e a chi potrà guardare?»

Questa riflessione Jori ha aperto il secondo aspetto dell’incontro: il futuro anche sociale di una regione che è attualmente demograficamente sempre più “vecchia”. Natalità zero; notevole presenza di immigrati e di etnie diverse con sempre maggiori problemi di coesione; pochissimi i giovani impegnati anche in politica. Una situazione che non può che avere evidenti ricadute sul mercato del lavoro, dell’assistenza, del welfare.

Dinanzi ad uno scenario economico in continua evoluzione – ha proseguito Jori – il Veneto sta entrando in una crisi evidente: assistiamo ad un netto sorpasso delle regioni a noi vicine, la Lombardia e l’Emilia Romagna. È evidente che dobbiamo cambiare strada o il nostro territorio sarà destinato ad un irreversibile declino.»

Dagli anni Novanta, in abbiamo assistito ad un fenomeno in cui il voto si è spostato in massa dal partito, al leader, e via via dall’uno all’altro per profonda insoddisfazione.

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