La deliberazione della Corte dei Conti del 16 giugno 2020 è dedicata al fondo per gli interventi a favore dell’autotrasporto. Una questione analizzata a fondo, dato che il documento è lungo ben 118 pagine (a fondo pagina il link per “scaricare il documento), affronta i contributi pubblici al trasporto stradale da diversi punti di vista. Il testo è suddiviso in quattro capitoli:
- inquadramento normativo;
- interventi gestiti dal ministero dell’Economia;
- interventi gestiti dal ministero dei Trasporti (compresi l’Albo e la Ram);
- conclusioni.
La Corte rileva “un quadro di sostanziale regolarità della gestione”, ma pone in evidenza alcuni elementi. Il primo è che la rimodulazione delle risorse attuata nel tempo “può aver rallentato l’azione amministrativa finalizzata al loro concreto e tempestivo utilizzo”. Il secondo punto critico è che le risorse continuano ad essere erogate a pioggia, nonostante il ministero dei Trasporti abbia dichiarato di voler superare questo modello: “Le misure esaminate sono ancora orientate, in prevalenza, verso forme di sostegno generalizzato e non risultano né vagliate, né vagliabili, sotto il profilo dell’impatto, e dunque della loro concreta efficacia, non essendo stato presentato, al riguardo, un sistema, articolato su indicatori, che consenta il rilevamento dei loro effetti attraverso un riferimento a obiettivi ben definiti”. Sulle attività istruttorie delegate a Ram, la Corte dei Conti chiede una riduzione delle spese.
I magistrati contabili sottolineano che i tempi di erogazione delle risorse “sono ancora eccessivamente lunghi” a causa dei “procedimenti di controllo che ne precedono l’effettiva liquidazione, per l’attività di pianificazione governativa (intesa a stabilire il quantum dei benefici); ciò comporta il fenomeno del formarsi di residui sempre più consistenti, potendosi, in tale situazione, determinare ulteriori rallentamenti e discrasie”. Sulla formazione, la Corte ha rilevato che i controlli sono scarsi, “a fronte di un considerevole numero d’irregolarità rilevate”.
Infine, i magistrati rilevano che la maggior parte delle risorse gestite dall’Albo Nazionale degli Autotrasportatori è usata per i rimborsi dei pedaggi autostradali, lasciando poche risorse alle attività di realizzazione e potenziamento delle aree di sosta che sono in una situazione di “stallo”.
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