“Per affrontare la seconda ondata è necessario un approccio trasversale tra i settori che a diverso titolo si occupano delle imprese”. CNA Veneto oggi presente all’incontro con le parti sociali convocato dall’assessore allo sviluppo economico Roberto Marcato torna sulla questione delle misure necessarie e urgenti per la tenuta economica del tessuto produttivo regionale.
D’altra parte l’analisi condotta in collaborazione con il Centro Studi Sintesi di Mestre conferma i timori legati agli effetti della pandemia. Rispetto allo stesso periodo del 2019 (marzo – settembre) si è ridotto il numero di nuove imprese (-3.900 unità, il 26 per cento del totale), nel secondo trimestre è calata l’occupazione di quasi 50mila unità e l’incertezza per il futuro sta provocando una contrazione netta sui consumi che, in base alle previsioni, entro la fine dell’anno caleranno del 9 per cento.
In questo quadro l’associazione, che rappresenta oltre 20mila imprese artigiane, ha portato all’incontro online una serie di proposte sia di metodo che di merito: “Prima di tutto per affrontare questa seconda ondata è necessario che si attivino delle nuove sinergie tra tutti i settori che si occupano a diverso titolo delle imprese: sviluppo economico, lavoro, turismo e cultura – ha suggerito il Presidente di CNA Veneto Alessandro Conte – . E’ quello che noi chiamiamo il Patto per lo Sviluppo”.
Per CNA Veneto il denominatore comune per tutte le realtà deve essere quello dello sviluppo sostenibile nel senso pieno del termine: “Ciò significa che le scelte devono tenere conto dell’impatto che queste producono sull’economia, sulla società e sull’ambiente – dice Conte – inoltre auspichiamo che al più presto possa essere attivato un tavolo operativo permanente con le parti sociali. Una cabina di regia ristretta che nell’emergenza possa essere convocata velocemente per mettere a punto le misure d’intervento”.
Ad aprire il capitolo dei fondi è il segretario di CNA Veneto Matteo Ribon: “In questa fase appare chiaro come per assicurare la tenuta economica sia necessario mettere in campo dei ristori immediati in grado di compensare anche eventuali deficit governativi. Prioritari sono l’allargamento della platea dei destinatari del fondo perduto, in modo da assicurare nuova liquidità immediata alle imprese in difficoltà, e la riprogrammazione dei fondi POR/FESR. Nei casi in cui i bandi europei lo permettano la proposta che avanziamo è di pensare a una riprogrammazione delle linee di finanziamento a favore di ristori immediati per le attività. Infine per quanto riguarda il piano Ora Veneto riteniamo che i fondi residuali dei 47 milioni di euro stanziati potrebbero essere d’aiuto nella programmazione di azioni per la ripresa post – emergenza. E’ necessario – chiude Ribon – pensare a un nuovo ruolo di Veneto Sviluppo per progettare supporti economici alle imprese per la ripresa”.