Monitoraggio dell’Economia dei Territori – Luglio 2024

In collaborazione con Centro Studi Sintesi

L’osservatorio Economia e Territorio sullo “stato di salute” dell’economia regionale, restituisce una fotografia cautamente ottimista dello sviluppo e della crescita della Regione.

Dall’analisi realizzata dal Centro Studi Sintesi, si nota che le proiezioni aggiornate per il Veneto delineano nel 2024 una crescita economica leggermente superiore all’anno precedente (+1,1%): una tendenza che dovrebbe consolidarsi nel 2025 con un PIL in aumento di 1,3%. Rispetto al periodo pandemico la crescita, su scala regionale, è evidente (+4,8%) ed è superiore a quella nazionale (+4,4%).

La ripresa dei consumi, viceversa, segna un rallentamento: le proiezioni 2024, infatti, si attestano al +0,5%, mentre quelle per il 2025 sembrano essere maggiormente confortanti e attestarsi al 1,8%.

Brusca la frenata negli investimenti che passano dal 4,5% del 2023 al 1,4% del 2024. Una frenata che dovrebbe proseguire anche nel 2025 (le previsioni parlano di uno 0,7%). Una situazione, questa, ampiamente segnata da Banca d’Italia che la attribuisce agli elevati costi di finanziamento e al ridimensionamento degli incentivi.

Si arresta, invece, la flessione del numero di imprese in Veneto: al 30 giugno 2024 le imprese attive sono 421.850 in leggero aumento rispetto alla rilevazione di marzo.

Di queste oltre 120 mila sono le imprese artigiane: segnale che si è interrotta la dinamica negativa che aveva prodotto una significativa contrazione dell’albo artigiani negli anni passati (-5000 unità dal 2019).

Dal punto di vista occupazionale si segnala una lieve contrazione (-1%) determinata, in particolar modo dalle flessioni nei settori dell’agricoltura e del commercio. Di contro costruzioni (+2,5%) e industria (+2,9%) fanno segnare le migliori performance in termini occupazionali.

In difficoltà l’export veneto (-5,1%) nel primo trimestre 2024: una flessione, di fatto, doppia di quella nazionale (-2,8%).

“La crisi tedesca infatti – commenta Matteo Ribon, Segretario CNA Veneto – ha avuto un impatto significativo sulla nostra economia, considerando che la Germania assorbe il 14% delle nostre esportazioni in settori cruciali”.

Estremamente significativa la stretta del credito alle imprese venete: 5,6 miliardi di euro in meno rispetto allo scorso anno. Nel dettaglio: a marzo 2024 si registra una flessione del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Un dato che ha coinvolto tutti i settori e in particolar modo le piccole imprese che fanno segnare un accesso al credito ridotto del 10,3% rispetto allo scorso anno.         

“Gli investimenti si riducono non solo perchè diminuiscono gli incentivi, ma anche a causa dei problemi legati all’accesso al credito soprattutto per le micro e piccole imprese. – sottolinea Ribon – Per riprendere la corsa sono necessari interventi strutturali per tutto il reparto.

“Complessivamente la situazione dell’economia veneta – commenta il Presidente di CNA Veneto Moreno De Col – segna una fase di moderata crescita in un clima di evidente incertezza. Le difficoltà di accesso al credito, l’aggravio degli aspetti burocratici, il costo del lavoro costituiscono una miscela che, non oggi ma in prospettiva, rischia di essere esplosiva. Il comparto artigiano e delle piccole imprese, anche in una regione forte come la nostra, ha evidentemente bisogno di strumenti che consentano, nel medio periodo, di invertire la rotta. Alcuni dati – da quelli sull’export fino ad arrivare a quelli legati agli aspetti inflattivi e di aumento dei costi – devono farci compiere una riflessione estremante profonda soprattutto in una fase, come quella che stiamo vivendo, nella quale Governo e Regione si apprestano a redigere le proprie Manovre Finanziarie. Noi, come sempre, siamo disposti a fare la nostra parte e a contribuire, in modo responsabile, a tutti i livelli.”

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