Caro gasolio e difficoltà imprese. Il caro gasolio sta investendo l’autotrasporto italiano. Gli aumenti importanti di materie prime, luce e gas, impattano anche sul settore dell’autotrazione portando i carburanti alle stelle. Il prezzo del carburante incide per un terzo sui costi di esercizio, per chi fa trasporto puro. Ogni aumento del 10% ha un impatto di circa il 3% sui costi dell’impresa. Dunque il prezzo del gasolio nell’ultimo anno e mezzo è cresciuto del 30% e l’impresa ha subìto un aumento dei costi del 10%.
Un incremento che difficilmente si riesce a condividere o a ribaltare sulla committenza, con il risultato che tutta la remunerazione dell’impresa viene di fatto annullata. Inoltre, gli aumenti stanno riguardando anche i mezzi pesanti alimentati a Gnl, il Gas Naturale Liquefatto indicato dall’Europa come meno inquinante rispetto a quelli ‘tradizionali.
L’incremento dei prezzi di gasolio, gas naturale, Ad Blue unito all’atteggiamento poco collaborativo della committenza, che in gran parte rifiuta di riconoscere le maggiorazioni, impone di riproporre il tema dei costi della sicurezza e della responsabilità condivisa sul quale, nonostante le promesse, non è stato intrapreso alcun intervento. È più che mai urgente, a questo punto, che il Governo provveda a emanare i costi minimi sulla sicurezza rendendoli obbligatori, onde evitare tensioni che potrebbero sfociare in forme di protesta autogestite.
Oggi è ancora più urgente porre subito rimedio alla drammatica situazione che potrebbe far diventare conveniente per le imprese spegnere i motori anziché continuare a viaggiare in perdita –ha sottolineato Unatras- con conseguenze devastanti per la ripresa economica in atto. Unatras, quindi, chiede che il Governo metta in campo provvedimenti immediati per alleggerire la pressione sulle imprese, “restituendo parte di quel ‘tesoretto’, quantificato in un 1 miliardo di euro, incassato dal Fisco a titolo di extragettito derivante dalle accise sul prezzo alla pompa dei carburanti”.