Pubblicati da Enea i dati relativi all’utilizzo del Superbonus 110% al 31 agosto 2021.
I dati sono consultabili qui: https://www.efficienzaenergetica.enea.it/images/detrazioni/Avvisi/Report_dati_mensili_310821.pdf.
5,7 miliardi di investimenti ammessi a detrazione, con un totale di oltre 6,2 miliardi di detrazioni. Il 13% delle asseverazioni è relativa ad interventi condominiali con 4844 asseverazioni, il 51% ad edifici unifamiliari con 19072 asseverazioni, e il restante 35% con 13212 asseverazioni alle unità funzionalmente indipendenti. Le percentuali cambiano se guardiamo al valore degli investimenti, con un 46% del totale degli investimenti relativi ai condomini pari a 2,6 miliardi di euro, 33% edifici familiari con 1,9 miliardi, 20% unità indipendenti con 1,2 miliardi. Il Veneto al secondo posto come asseverazioni a quota 4628 e terzo per investimenti ammessi a detrazione con 558 milioni di euro, dopo Lombardia e Lazio.
Fiorot, CNA Veneto: “Dato positivo che conferma l’accelerazione del dispositivo del superbonus grazie alle diverse semplificazioni che abbiamo chiesto ed ottenuto. Il Veneto si conferma tra le regioni più attive, come testimoniano le nostre imprese. Tuttavia emerge chiaramente anche una tendenza a optare per interventi più semplici, meno ambiziosi, a causa dell’arco temporale risicato e del conseguente vertiginoso aumento dei prezzi nonchè della penuria di materiali. Per quanto riguarda gli immobili singoli, il limite temporale anticipato a giugno ha già di fatto messo fine ad ogni ulteriore interessamento, con imprese e tecnici che hanno sostanzialmente chiuso le prenotazioni, consigliando alla clientela di fare il minimo indispensabile per passare due classi ed arrivare così puntuali a giugno. Peggio accade nei condomini, dove per la complessità degli interventi a nulla valgono i 6 mesi in più, ed anche qui in molti hanno rinunciato all’opportunità e comunque si opta per gli interventi minimi indispensabili. Questo significa rinunciare ad una vera deep renovation del parco immobili, ossia al fine stesso della misura. Chiediamo a gran voce una proroga a fine 2023, che da una parte consentirebbe di avviare i processi più complessi e quantomai necessari per una rigenerazione profonda del patrimonio edilizio, dall’altra sgonfierebbe la bolla speculativa dei prezzi e la penuria dei materiali, una piaga insostenibile e distorsiva dell’intero mercato.”