Tamponi Brennero. Unatras (di cui CNA Fita fa parte) ha scritto al Presidente del Consiglio Mario Draghi affinché il Governo prenda in mano la situazione dei blocchi ai valichi alpini, “che ostacola la libera e corretta circolazione dei nostri operatori dell’autotrasporto e danneggia l’intera economia italiana”. Dal 14 febbraio scorso, a seguito del diffondersi della variante brasiliana del Covid nel Tirolo, è stato introdotto l’obbligo, per gli autotrasportatori italiani diretti in Germania, di sottoporsi al test antigenico o molecolare per poter attraversare la frontiera austriaca. Tale imposizione è scaturita da un’iniziativa presa dalle autorità tedesche e austriache “in modo del tutto estemporaneo, senza concertazione né coordinamento con le omologhe istituzioni italiane, o con i rappresentanti delle categorie interessate dalle restrizioni”. Unatras ha lanciato quindi l’allarme della categoria in merito al perdurare delle gravi difficoltà che ormai da giorni ostacolano l’attraversamento dell’asse del Brennero e sollecita un deciso intervento in proposito. “L’assurda vessazione a cui le imprese di autotrasporto italiane sono soggette da settimane, sta compromettendo l’operato di un settore di importanza, ora più che mai, strategica – si legge nella lettera firmata dal Presidente di Unatras -. Non è il mero spirito corporativistico ad alimentare la nostra apprensione, è piuttosto l’interesse per le sorti complessive del Paese. Il disagio continuo e sfibrante che le nostre imprese si trovano a vivere nuoce irrimediabilmente all’intero sistema produttivo nazionale, mette a repentaglio l’approvvigionamento di beni essenziali e rischia di pregiudicare la possibilità di una ripresa economica rapida ed energica, se non vengono prese contromisure adeguate. Per questo abbiamo ragione di ritenere che il problema che Le rappresentiamo non possa e non debba passare in secondo piano o, peggio, essere ignorato”.
Dal 23 di febbraio, inoltre, l’applicazione di una tariffa di 40 euro per l’erogazione dei test anti-Covid presso l’autoporto Sadobre di Campo di Trens, “ha di fatto trasformato questo adempimento sanitario in un’ulteriore gabella che grava sui bilanci delle nostre imprese”. L’obbligo di tampone, si protrarrà fino al 17 di marzo prossimo venturo: “Purtroppo, quello che si sta consumando al Brennero, è solo l’ultimo capitolo di una vicenda annosa e amara, che si trascina da anni. L’impenetrabilità dell’arco alpino è un grande nodo gordiano, o piuttosto un capestro, che soffoca l’export italiano e mina l’integrazione politica ed economica tra gli Stati membri dell’Unione Europea: un problema che assume contorni particolarmente odiosi nella drammatica congiuntura sociale, economica e sanitaria che con grande fatica e sacrificio il Paese sta affrontando”. Unatras riconosce le ragioni sanitarie che motivano le restrizioni agli spostamenti imposte dai Governi austriaco e tedesco: “Come cittadini responsabili e rappresentanti di uno dei più importanti comparti produttivi del Paese, rispettiamo senza riserve l’imperativo sacrosanto della salvaguardia della popolazione dal rischio di contagio. Tuttavia, non possiamo fare a meno di domandarci che tipo di giovamento possano trarre i cittadini europei dall’intralcio al transito delle merci (tra le quali si annoverano anche beni di prima necessità, farmaci e dispositivi sanitari) nel pieno di un’emergenza pandemica. Non possiamo fare a meno di domandarci, infine, cosa trattenga il Governo italiano dall’adottare misure precauzionali analoghe nei confronti degli autotrasportatori provenienti da Austria e Germania, se davvero le ragioni sanitarie addotte sussistono. Soprattutto, non possiamo non nutrire il ragionevole timore che l’appello alla tutela della salute pubblica, occulti, in realtà, il perseguimento di obiettivi politici interessati”.
Tamponi al Brennero, Unatras chiede l’intervento di Draghi
L’allarme della categoria, molte le difficoltà che ostacolano il transito in questo asse