In Veneto, le imprese CNA del comparto Casa sono 7000, di cui 1000 circa nel territorio del Bellunese. Molte di queste stanno già iniziando a lavorare con i privati per sfruttare il Superbonus, un provvedimento discusso, che da un lato rappresenta davvero un volano per far ripartire il comparto dell’edilizia privata, ma nel contempo scoraggia molti utenti dall’usufruirne. Ma può davvero essere la formula per far ripartire l’edilizia privata?
«Certamente una proficua opportunità – commenta Alessandro Conte, Presidente CNA Veneto – ma sono necessari informazione certa sui vantaggi e sugli svantaggi, studi di fattibilità sul contesto edilizio nel quale si va ad operare, e burocrazia più snella nelle pubbliche amministrazioni per ridurre i tempi di istruzione pratica. Quest’ultimo aspetto è un primo ostacolo che genera un allungamento delle procedure burocratiche, dato che la tempistica per rientrare nel Superbonus è limitata. Sarebbe necessario poter prevedere un prolungamento del provvedimento sino al 2023 almeno, se non addirittura al 2024 per essere certi di poter operare.»
L’ESPERIENZA: MORENO DE COL, IMPRESA DE COL COSTRUZIONI, BELLUNO
«Come professionista ed impresario – spiega Moreno De Col, titolare con i fratelli della De Col Costruzioni – opero in una doppia funzione: quella di tecnico e quella di impresario che realizza i lavori. Il mio mercato è quello dell’edilizia privata in un territorio – Belluno, Feltre, Alpago, Agordino – che ha delle caratteristiche costruttive e paesaggistiche particolari. Per la mia esperienza il Superbonus è certamente un treno da prendere, ma è necessario informarsi al meglio per conoscere nel dettaglio tutte le caratteristiche del provvedimento ed essere in grado di valutare se convenga o no. Come studio tecnico abbiamo già molte pratiche aperte di utenti che desiderano riqualificare l’edificio di cui sono proprietari, ma ho riscontrato alcune criticità. Prima tra tutti la lentezza nel reperimento della documentazione originale dei fabbricati, necessaria per istruire la pratica. Gli atti originali degli edifici custoditi nei comuni, spesso sono molto datati o archiviati secondo metodologie oramai desuete, e per accedervi è necessario oltre un mese di tempo. La parte burocratica richiede notevole impegno tra asseverazione, visto di conformità, assicurazioni dei professionisti, le varie dichiarazioni. La pratica è piuttosto complessa da evadere, ed è più impegnativa di una normale pratica edilizia; per questo tante piccole imprese non approcciano il provvedimento, poiché si vedono in difficoltà per questa fase. E bisogna tener conto dello stato degli edifici e del contesto nel quale sono inseriti: quelli più antichi non si prestano ad esempio alla realizzazione del ‘cappotto’, o perché accorpati gli uni agli altri specialmente nei centri storici più antichi, o perché sussistono vincoli. E questo blocca l’accesso al provvedimento. Insomma, la materia è complessa e l’informazione spesso incompleta; ma l’utente necessita di capire in cosa consista il provvedimento e di poter valutare sulla base di uno studio di fattibilità corretto del fabbricato.
A questo si aggiunga poi la questione delle forme di pagamento: cessione del credito, sconto in fattura… Va bene, ma è necessario comunque mettere in conto che le spese, anche per l’utente, ci sono. Ma mi sento di dire che nel territorio ove opero ci si crede e noi come impresa ci stiamo lavorando.»
Quindi: Superbonus sì o no?
«È senz’altro un treno da prendere, una ‘prateria infinita’ di opportunità – conclude il Presidente CNA Conte – ma come per ogni ‘viaggio’ è bene essere informati prima. Ci auguriamo che il Governo allunghi i tempi procrastinando il provvedimento oltre la scadenza prevista per la fine di quest’anno, e che le pubbliche amministrazioni ci supportino per ridurre la tempistica, così da non doversi trovare con le pratiche aperte, ma con i cantieri bloccati.»