LA PASQUA IN VENETO
Dopo anni da record, il 2020 in Veneto dal punto di vista dei settori coinvolti nella filiera turismo, eventi e cerimonie – in cui si intendono comprese le strutture alberghiere, i bar e ristoranti, le agenzie di viaggio e tour operator, le organizzazione di fiere e convegni, le attività artistiche e culturali, i parchi tematici, i locali di intrattenimento e svago, i centri benessere e gli stabilimenti termali per un totale di circa 35mila imprese (l’8,2% delle imprese del Veneto) – si era chiuso con un -61,1 % degli arrivi ed un -54,4% delle presenze, calo dovuto in gran parte all’azzeramento degli arrivi dei turisti stranieri che nel 2019 rappresentavano il 63,5% dei visitatori. (Fonte Regione Veneto).
Il mese di aprile del 2019 aveva registrato infatti 4.586.365 presenze e di arrivi 1.669.953 che nel 2020 drammaticamente si sono contratti rispettivamente in 195.808 presenze e 9.900 arrivi (-95,7% presenze; -99,4 % arrivi. Fonte Regione Veneto).
«È oramai da tempo sotto gli occhi di tutti come durante la pandemia alcuni settori siano rimasti meno colpiti di altri, i quali da più di un anno sono in una situazione di forte sofferenza – commenta Mirco Froncolati Portavoce regionale Ho. Re.Ca CNA Veneto –. I dati che CNA presenta a livello nazionale e a livello regionale ne danno chiara evidenza, e mostrano come uno dei settori maggiormente feriti sia quello del turismo con tutta la filiera che ne dipende. Le cifre sono scoraggianti e restituiscono la fotografia di una situazione che a tratti sta diventando drammatica, e che riporta l’urgenza di un intervento strutturale che non guardi più solo ai contributi periodici per le imprese – certamente utili ma non risolutivi – ma che suggerisca politiche auspicabili di sgravi fiscali, incentivazione, investimenti nel settore in grado di dare ossigeno, ma soprattutto di offrire concreto impulso ad un settore che con le proprie forze, oramai dopo più di un anno, stenta a reggersi in piedi. Il morale è basso ed il passaggio dalla zona gialla nuovamente alla zona arancione e poi a quella rossa, unitamente ad una certa preoccupazione per la campagna vaccinale che pare essersi arenata in una situazione logistico organizzativa. Ora non ci resta che attendere la prossima estate confidando in un andamento simile a quello dello scorso anno, nella speranza di passare nuovamente in zona gialla e poi alla zona bianca, e che la campagna vaccinale venga resa logisticamente più efficace per non trovarsi al punto di partenza con il prossimo autunno.»
I DATI NAZIONALI
Per la prossima Pasqua sulla quale gli esercenti del settore contavano molto data la perdita anche delle festività natalizie, sul territorio nazionale si stima una perdita di circa 5 miliardi nelle tre settimane di zona rossa che stiamo vivendo, e che andranno a terminare con il 6 aprile prossimo. Se inoltre si consideri il mancato introito dai pranzi del giorno di Pasqua, abitudine cara a circa 7 milioni di italiani, si stima che andranno persi circa 500 milioni di incasso, dato che un italiano su 3 dovrà necessariamente rivedere i propri programmi per il fine settimana di Pasqua e Pasquetta dedicato, da consuetudine, ai pranzi con amici e parenti, alle vacanze, alle gite fuori porta.
Prima del Covid, sempre secondo i dati rilevati da CNA – tra viaggi, pernottamenti, pasti e cene, acquisti di prodotti tipici e souvenir, ingressi a pagamento per visitare mostre e luoghi d’arte, il turismo pasquale movimentava sul territorio nazionale complessivamente una cifra attestabile tra i 2,8 ed il 3,2 miliardi di euro che negli ultimi due anni è drammaticamente azzerata a causa delle limitazioni legate al contenimento dei contagi.
Se già con i primi mesi del 2020 i ristoratori, solo il 14,5%, si erano immediatamente attrezzati per le consegne a domicilio, ora sono molto più preparati, ma decisamente scoraggiati. Azzerate anche le produzioni artigianali di colombe pasquali e uova di cioccolato dato che non sarà nemmeno possibile fare pranzi in casa con amici e parenti: i dati della Pasqua 2019 riportavano 170 milioni di euro solo per le colombe artigianali (produzione di 80 milioni di pezzi pre-Covid) e 250 milioni di euro per la produzione di uova di cioccolato (16 milioni di uova).
LA RICHIESTA DI CNA
CNA sollecita quindi l’apertura di un tavolo sull’intera filiera eventi e turismo per definire robusti interventi strutturali in una logica di sistema così da dare prospettiva ad un settore vitale per l’economia del Paese. Non meno importante la definizione di un quadro chiaro su tempi e modalità di ripartenza al termine delle zone rosse che, confidando nell’accelerazione della campagna vaccinale, si auspica possa portare con la primavera inoltrata e l’inizio della estate ad una ripresa per l’intera filiera.
CNA valuta positivamente l’introduzione nel DL Sostegno di un fondo di 200 milioni di euro da ripartire tra le Regioni, da destinare al sostegno delle categorie economiche particolarmente colpite dall’emergenza Covid, incluse le imprese esercenti attività commerciale o di ristorazione operanti nei centri storici e le imprese operanti nel settore dei matrimoni e degli eventi privati (art. 26).
Inoltre, per cercare di far ripartire e di risollevare un comparto tra i più penalizzati durante questo lungo anno di pandemia è stata firmata una convenzione tra CNA Veneto Pensionati e Thermal Hotels Promotion – Abano e Montegrotto Terme, con l’obiettivo di proporre agli Associati CNA Veneto Pensionati agevolazioni per i soggiorni 2021-2022, in particolare per i “soggiorni climatici” e le “vacanze salute” per gli over 65. Un’occasione concreta di ripartenza per il comparto termale che, come tutti i luoghi turistici, ha sofferto moltissimo a causa delle limitazioni imposte dal contenimento della pandemia da Covid 19, ma che offre un interessantissimo spunto per un nuovo approccio al turismo di prossimità grazie alla presenza nel territorio di veri e propri “gioielli sotto casa”: le preziose fonti termali naturali, le cittadine di Abano e di Montegrotto Terme, i borghi più suggestivi come Arquà Petrarca, che punteggiano il paesaggio dei Colli Euganei.