Fondo per la mobilità sostenibile: ripartiti i 2 miliardi per la decarbonizzazione dei trasporti

Il Fondo finanzierà anche il rinnovo dei mezzi per l'autotrasporto

Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha firmato il decreto che stabilisce criteri e percentuali di riparto del nuovo Fondo per la mobilità sostenibile, pari a 2 miliardi di euro per il periodo 2023-2034. Istituito con la legge di bilancio 2022, il Fondo è destinato a sostenere la transizione ecologica del settore dei trasporti, a finanziare lo sviluppo dell’intermodalità nel trasporto delle merci e anche al rinnovo dei mezzi per l’autotrasporto.

Nel dettaglio per il trasporto merci su gomma, 300 milioni di euro (pari al 15% del Fondo) andranno a interventi per l’abbattimento delle emissioni nel trasporto stradale extraurbano, da realizzarsi con la creazione di infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici all’interno della rete stradale SNIT (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti) non a pedaggio e l’acquisto di mezzi pesanti a zero emissioni. Altri 150 milioni di euro (7,5% del Fondo) sono stati destinati all’intermodalità nel trasporto merci, con l’obiettivo di incentivare il passaggio modale dalla gomma al ferro.

Il grosso del finanziamento – 1 miliardo di euro, pari al 50% del Fondo – è, invece, assegnato a interventi sulla mobilità urbana e sulla riduzione delle emissioni inquinanti in 44 Comuni e nelle Città metropolitane con più di 100.000 abitanti (acquisto di veicoli elettrici per il trasporto pubblico locale, realizzazione di infrastrutture di ricarica, pedonalizzazione di aree urbane, agevolazione della mobilità ciclistica, realizzazione di infrastrutture digitali per la gestione e il monitoraggio dei flussi di traffico).

Il resto delle risorse previste è così suddiviso:
300 milioni per la riduzione delle emissioni nel trasporto navale, attraverso l’elettrificazione delle banchine portuali e dei mezzi utilizzati per i collegamenti con le isole e il sostegno a progetti sperimentali per i combustibili alternativi;
200 milioni per interventi per l’autosufficienza energetica delle infrastrutture aeroportuali e per progetti di utilizzo di carburanti alternativi nel trasporto aereo;
50 milioni per interventi di decarbonizzazione delle linee ferroviarie non elettrificate, con l’acquisto di treni a batteria o a idrogeno.

Il rapporto, elaborato della Struttura per la transizione ecologica della mobilità e delle infrastrutture (STEMI) del Mims, indica come il settore dei trasporti in Italia nel 2019 sia stato responsabile del 25,2% delle emissioni di gas serra e del 30,7% delle emissioni di CO2. In particolare, il 92,6% delle emissioni nazionali di tutto il comparto è attribuibile al trasporto stradale di passeggeri e merci, con gli autoveicoli responsabili della quota più rilevante. Per vedere erogati i fondi stanziati serviranno adesso alcuni decreti ministeriali chiamati a identificare gli interventi ammissibili al finanziamento e i soggetti attuatori, le modalità di monitoraggio, il cronoprogramma procedurale, le modalità di revoca in caso di mancata attuazione del monitoraggio o di mancato rispetto del cronoprogramma: la definizione e la pubblicazione di tali decreti sarà compito del prossimo governo.

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