L’affidamento ai privati delle revisioni dei mezzi pesanti rischia di rimanere solo sulla carta. È quanto emerso da una indagine della CNA, a cui hanno aderito 400 imprese, per capire l’orientamento delle stesse e le prospettive del settore rispetto alle scelte operate dal Ministero. Da tempo la CNA chiede l’affidamento ai privati della revisione dei mezzi pesanti, per sopperire alla carenza di organico della Motorizzazione e garantire la sicurezza dei mezzi di trasporto su strada. Il Decreto ministeriale, che a distanza di due anni dà attuazione alla delega approvata dal Parlamento, non è risolutivo. Le modalità individuate dalla Motorizzazione infatti, rischiano di vanificare lo sforzo mettendo fuorigioco sia le imprese che potenzialmente potrebbero approcciare al nuovo mercato sia quelle che oggi già operano nel mercato dei pesanti, che rischiano di doverne uscire. I risultati dell’indagine, infatti, ci dicono che solo il 54% degli attuali centri, che oggi eseguono la revisione dei mezzi pesanti in presenza di un ingegnere della Motorizzazione, è nelle condizioni di potersi adeguare alle nuove dimensioni fisiche dei locali e degli spazi interni ed esterni. Un 16% dovrà fare degli investimenti per adeguarsi e il 30% delle imprese invece dovrebbe cessare l’attività per l’impossibilità di adeguarsi alle nuove regole. Risposte analoghe arrivano anche dai centri autorizzati che oggi operano solo sui mezzi leggeri. Infatti il 54,6% sarebbe interessato ad estendere la propria attività ma di questi solo un 14% lo può fare da subito e un 12% dovrà fare degli investimenti. Pertanto oltre il 70% delle imprese, che hanno manifestato un interesse ad entrare sul mercato, non potrà farlo.
Ci pare evidente che l’affidamento ai privati della revisione sui mezzi pesanti, senza alcun correttivo alle nuove regole, non sarà in grado di aumentare il livello di copertura del servizio e pertanto non potrà ridurre i tempi di attesa che oggi possono anche superare i 12 mesi. Non sarà sufficiente, infatti, aumentare il numero degli ispettori, allargando ai privati, poiché sono le imprese a fare gli investimenti necessari sulle attrezzature e sulle strutture e a sostenere l’attività economica dei centri di revisione. Senza i centri non si fanno le revisioni.