Piano Migranti. CNA Veneto: “Sì all’accoglienza diffusa”

CNA Veneto prende posizione. Moreno De Col: "Condividiamo la linea ma ci devono essere le condizioni"

Sono in arrivo circa 4 mila migranti. Sono molte le associazioni di categoria che, fuori dalla politica, sostengono il piano di Regione e Anci per governare l’emergenza e non farsi trovare come successo negli anni precedenti, impreparati. Un’accoglienza diffusa è il piano del Governatore del Veneto Luca Zaia appoggiato dal sindaco di Treviso e presidente di ANCI Veneto Mario Conte. Linea che divide e accende polemiche all’interno del mondo politico. Protocollo per ora congelato.

Anche il mondo dell’artigianato si unisce al dibattito delle categorie economiche e CNA Veneto prende posizione sul tema del momento.

Moreno De Col, presidente di CNA Veneto in un’intervista al Corriere del Veneto e in diretta al Tg diAntenna Tre Nordest prende posizione.

Moreno De Col in collegamento al tg di Antenna Tre Nordest

«Condivido il protocollo Zaia-Conte, l’accoglienza diffusa è una strada percorribile – spiega De Col -. C’è una forte carenza di manodopera in tutti i settori: meccanica, edilizia, i servizi alla persona. Le imprese devono essere messe nelle condizioni di poter lavorare. Dobbiamo poter contare anche su persone che arrivano da altri Paesi, una buona gestione, la formazione possono mettere queste persone nelle giuste condizioni per diventare risorse e raggiungere condizioni di vicere bene nel nostro terrirorio. Siamo dunque convinti che il protocollo che prevede un’accoglienza integrativa, aiuterebbe a raggiungere la soluzione della mancanza di personale nelle nostre aziende. Il calo della natalità, l'”inverno demografico”, come viene definito e i tanti pensionamenti, tolgono risorse al sistema produttivo. Siamo disponibili a fare la nostra parte, le soluzioni non possono arrivare solo da altre parti. In questo momento non siamo ancora pronti per dare una risposta effettiva, ma se il sistema “studia” una serie di soluzioni, anche le piccole imprese nell’ambito dei territori nei quali operano si organizzeranno per dare la loro disponibilità. Tutto deve essere coordinato: è neccessario affrontare la questione alloggi, inserimento, cultura. Le persone che arrivano non devono essere scaricati come pacchi davanti ai municipi come è già accaduto».

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