Il 27 giugno di ogni anno ricorre la Giornata Mondiale delle Micro, Piccole e Medie Imprese.
La giornata è stata istituita dalle Nazioni Unite Unite nel 2017, per ricordare il contributo significativo che milioni di attività con meno di 250 dipendenti rivestono nella crescita economica del nostro Paese e del mondo intero.
Con questa giornata si vuole celebrare il ruolo delle micro, piccole e medie imprese nell’economia, nel valore per la società e nello sviluppo sostenibile, in linea con l’iniziativa dei cosiddetti Sustainable Development Goals dell’ONU.
Nel testo, infatti si legge che si riconosce “la necessità di concentrarsi sull’importanza delle micro, piccole e medie imprese nel raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, in particolare per quanto riguarda l’innovazione, la creatività e il lavoro dignitoso per tutti”.
Indimenticabile il momento complicato e drammatico che la pandemia di Covid-19 ha fatto passare ai sistemi economico-produttivi di tutti gli Stati del mondo, Italia compresa.
Il sistema economico del nostro Paese si basa, soprattutto, sulla rete di piccole e medie imprese che hanno fatto della qualità dei beni prodotti e dell’esportazione un vantaggio competitivo. Le piccole e medie imprese impiegano l’82% dei lavoratori in Italia (ben oltre la media Ue) e rappresentano il 92% delle imprese attive. Numeri che attribuiscono alle PMI un ruolo fondamentale dell’economia italiana e tracciano tradizioni e imprenditorialità diffuse nei territori italiani.
Negli ultimi anni in Italia, capofila nell’ Unione Europea con 160mila PMI attive nel 2022 (dati Confindustria), i governi hanno adottato incentivi fiscali per il lancio di nuove attività e il sostegno a quelle già esistenti: dalla Nuova Sabatini al Piano Transizione 4.0 al Fondo di Garanzia PMI. Secondo l’Istat nel 2022 il 69,9% delle piccole e medie imprese ha adottato almeno 4 attività digitali su 12.