Giuseppe Conte nella Marca, l’incontro con CNA in un cantiere avviato con i Superbonus

Un confronto tra il leader del M5S e alcuni imprenditori della Confederazione che dichiara: "Necessario sbloccare i crediti"

CNA è stata invitata, con alcuni suoi imprenditori, a partecipare all’incontro con il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte oggi nella Marca Trevigiana. L’incontro si è tenuto a Preganziol, in via Bacchina 140, presso un cantiere avviato con il superbonus 110.  

Hanno partecipato il presidente di CNA Veneto Moreno De Col, il presidente di CNA Treviso Luca Frare, il presidente di CNA Termoidraulici Francesco Pillotto, e i direttori rispettivamente regionale e provinciale Matteo Ribon e Mattia Panazzolo.

Per gli Artigiani sarà l’occasione per chiedere al leader del Movimento 5 Stelle Conte di lavorare al superamento delle contraddizioni generate dal Superbonus 110 che stanno mettendo in difficoltà, e in certi casi portando alla rovina, molte imprese della provincia e della regione.

Dati nazionali e regionali (fonte Enea).

Nel solo mese di luglio 2022, a livello nazionale, si segnalano 25 mila cantieri in più, 4,5 miliardi di nuovi lavori. Il totale delle opere ammesse sfiora i 40 miliardi, con una spesa prevista per lo Stato pari a 44 miliardi di euro, una cifra enorme. I lavori effettivamente conclusi a fine luglio risultano essere per un importo pari a 28,2 miliardi.  Su 12 miliardi di lavori ancora in itinere gravano le incertezze di una situazione che sembra non sbloccarsi. Qualcosa si muove con il Decreto Aiuti Bis e lo sblocco dei crediti ante maggio 2022, ma è poca cosa, mentre la maggior parte della banche preferisce ancora stare alla finestra e seguire l’evolversi della situazione.

In Veneto, i cantieri aperti dall’inizio del Superbonus sono stati 27.749 per investimenti totali ammessi a detrazione pari a 3,4 miliardi di euro. Nel solo mese di luglio 2022 sono stati aperti 3.079 nuovi cantieri; i lavori ancora in corso valgono un 1 miliardo circa di euro.

«A conti fatti siamo in una situazione di stallo – denuncia Moreno De Col, Presidente CNA Veneto –. Manca infatti chiarezza sulla responsabilità solidale di chi acquista il credito nei confronti del fisco e questo frena le banche dal far ripartire gli acquisti. Un ennesimo incaglio che va in qualche modo sbloccato per via legislativa e che richiede quindi, un emendamento immediato. Lo scenario purtroppo è chiaro: il 2023 sarà un anno nero senza commesse. Servono con urgenza strumenti nuovi ed orizzonti più lunghi per garantire non solo la ripartenza, ma soprattutto il prosieguo degli investimenti».

Giuseppe Conte

Sullo sfondo restano, appunto, tutti i problemi già denunciati da CNA:

  • Una mole di crediti da smaltire sempre più vasta che richiederà tempi sempre più lunghi;
  • La scadenza al 31 dicembre per le unifamiliari che, vista la situazione, sarà sempre più difficile rispettare;
  • I prezzi di acquisto del credito da parte delle banche che si attestano a livelli molto inferiori erodendo gli utili delle imprese.

«Chi ha creduto e investito nel superbonus non va ora lasciato con il “cerino in mano”. – afferma Luca Frare, Presidente di CNA Treviso -.  Se si “bruciano” le piccole imprese del comparto casa e vengono fatte fallire, si brucia il sistema-Paese e lo Stato avrà costi ben più ingenti da sostenere».

Voltare pagina sul Superbonus così come è stato concepito, è dunque inevitabile. CNA guarda già ad un altro strumento che permetterà al comparto-casa di continuare a lavorare (si spera più serenamente) e di centrare gli obiettivi dell’autonomia energetica, del risparmio e della riduzione delle emissione climalteranti: le comunità energetiche.

«Le comunità energetiche sono straordinariamente importanti per il nostro territorio perché possono favorire la transizione energetica verso fonti rinnovabili e pulite, rendendoci via via sempre più autonomi dalle energie fossili – affermano Matteo Ribon e Mattia Panazzolo, direttori rispettivamente di CNA Veneto e CNA territoriale di Treviso –. È pertanto di estrema urgenza che vengano emanati i decreti attuativi della normativa licenziata a novembre 2021, e la crisi di governo non ha certo aiutato. Bene che sia stata approvata la legge regionale sulla promozione delle comunità energetiche che dovrà ora essere adeguatamente finanziata anche agganciando la normativa ai fondi regionali Por Fesr.». 

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