Futuro incerto per l’industria cinematografica indipendente. La Confederazione esprime forte preoccupazione sul futuro dell’industria cinematografica e audiovisiva indipendente italiana alla luce della riforma del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi (TUSMA) – attualmente in discussione in Parlamento, che include la revisione del sistema di quote di investimento e di programmazione in film, serie, documentari italiani a carico di broadcaster e piattaforme e a favore della produzione indipendente italiana con – tra le altre cose – l’eliminazione della norma contenente principi fondamentali volti a correggere la forte asimmetria negoziale e contrattuale nei rapporti tra produttori indipendenti e grandi broadcaster e player globali.
Il dibattito in corso in Parlamento, così come il parere espresso dal Consiglio di Stato nell’adunanza del 24 febbraio u.s. (Numero 00275/2024), sembrano indirizzarsi verso una riduzione delle quote di investimento obbligatorio a favore della produzione indipendente. Il rischio è di lasciare i produttori italiani senza alcuna tutela contrattuale, a discapito della biodiversità dell’industria culturale italiana.
Anche l’Unione Europea condivide con la Confederazione la preoccupazione per il futuro delle case di produzione indipendenti. Sono dunque da respingere fermamente le richieste avanzate dalle piattaforme in Parlamento di una riduzione drastica delle quote di investimento e programmazione, che metterebbe a serio rischio la produzione indipendente italiana.
«Le nostre imprese e tutta la filiera del cinema e dell’audiovisivo sono in forte apprensione – commenta Marco Caberlotto Presidente CNA Cinema e Audiovisivo Veneto –. Sia in Veneto che in tutto il Nordest si stanno facendo sentire la mancanza di certezze sulle regole dei fondi ministeriali e il taglio ai budget di televisioni e piattaforme. Non dimentichiamo che il comparto crea posti di lavoro in filiera e possibilità di introiti; fa emergere talenti e porta visibilità alle location, ai territori e ai prodotti tipici. A nostro avviso diventa quindi sempre più urgente pianificare gli investimenti delle risorse pubbliche in maniera coerente e lungimirante.»
