Calo domanda export. Il 2024 appare sempre più come un anno deludente per l’economia italiana. Stando alle previsioni più recenti formulate dall’Istat nell’anno appena passato il PIL dovrebbe infatti registrare una crescita dello +0,5%, un valore che è solo la metà di quello stimato dal Governo lo scorso settembre (+1,0%).
Alla crescita contenuta del 2024 potrebbe purtroppo seguire una ulteriore frenata nel 2025 determinata dal venir meno della spinta delle esportazioni che, come noto, da sempre rappresentano l’aggregato di contabilità nazionale più dinamico della nostra economia.
Dove e quanto perdiamo
Insieme, Germania, Francia, Stati Uniti, e Cina assorbono oltre il 35% delle nostre esportazioni e già nel corso del 2024 hanno diminuito la loro domanda per i prodotti italiani. Nel periodo gennaio-agosto 2024, infatti, il nostro export verso i paesi citati è diminuito del -4,3%, un calo profondo (a livello globale le vendite all’estero di prodotti italiani hanno accusato una contrazione di appena sei decimi di punto) che corrisponde a una perdita di 6,5 miliardi di fatturato estero rispetto a quello registrato nello stesso periodo 2023. Perdite importanti sono state registrate anche in Russia che, nonostante assorba appena lo 0,7% dell’export italiano, prima dell’esplosione del conflitto in Ucraina rappresentava un mercato di approdo in forte crescita per le nostre produzioni.
Ragionando in termini assoluti le perdite più rilevanti sono state registrate in Germania (-2,7
miliardi, pari a una diminuzione percentuale tendenziale del -5,6%) e in Cina (-2,5 miliardi pari a una contrazione tendenziale pari addirittura al -24,7%).
In che settori perdiamo
Il settore auto è l’ambito produttivo che maggiormente sta soffrendo il calo della domanda proveniente dai cinque paesi considerati che, insieme, assorbono il 44,2% delle esportazioni di auto prodotte in Italia.
Particolarmente significativi appaiono i dati riferiti alla Germania, dove l’export di automobili
prodotte in Italia è crollato di oltre 27 punti percentuali, e quello della Russia dove, di fatto, l’Italia ha cessato di esportare automobili.
Altre produzioni tipiche del nostro Made in Italy che stanno soffrendo il calo della domanda estera sono i mobili (-19,1% in Cina, -16,7% in Russia e -11,1% in Germania), la metallurgia (-28,8% in Russia, -13,5% in Germania e -12,9% negli Stati Uniti), la meccanica (-5,6% in Francia e -4,5% in Germania) e del tessile/abbigliamento (-6,2% in Germania e -5,4% in Russia).
Fonte: Approfondimento tematico del Centro Studi di CNA.