Dl liquidità la CNA del Veneto è critica sul pacchetto di misure contenute nel testo pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale. “L’attenzione dimostrata dal Governo alle imprese rappresentava un buon punto di partenza – dichiara il Presidente Alessandro Conte – ma ci eravamo riservati di esprimere la nostra opinione a testo pubblicato. Oggi dobbiamo dire che così non va. Il testo non soddisfa l’esigenza di mettere a disposizione degli operatori economici la liquidità per far fronte alle spese correnti. Chiediamo quindi che Governo e Parlamento modifichino subito il testo per non seminare sconcerto e rabbia tra chi confidava veramente di poter avere mezzi finanziari sufficienti per non essere costretto a chiudere. Si sta forse sottovalutando il lavoro di supporto che tutte le associazioni di categoria stanno facendo in queste settimane per trovare una mediazione efficace tra le soluzioni offerte delle istituzioni e le esigenze reali di famiglie e imprese”.
Il decreto per gli artigiani non soddisfa l’urgenza di mettere a disposizione di tutti gli operatori economici la minima liquidità necessaria per far fronte alle spese correnti. L’automatismo introdotto per la concessione della garanzia, infatti, non assicura neanche per gli importi inferiori a 25mila euro la concessione di credito bancario lasciando, di fatto, la valutazione del merito di credito, della durata e delle condizioni applicabili in mano alle banche. Non è sicuro che gli imprenditori possano ottenere credito aggiuntivo. Il Decreto, infatti, prevede che il debitore possa consentire alla banca di non aumentare l’esposizione, ed essendo in posizione di oggettiva debolezza, potrebbe cedere alla richiesta della banca di sostituire posizioni in essere con crediti totalmente garantiti dallo stato. Lo stanziamento di 1 miliardo e 729 milioni di euro, destinato ad incrementare la dotazione del Fondo, potrà assicurare al massimo 20 miliardi di nuovi crediti pari all’1% del fatturato di tutte le imprese che possono essere garantite dal Fondo di Garanzia.
CNA Veneto guarda poi al prossimo DPCM: “No a proroghe tout court – dichiara il segretario Matteo Ribon – ci auguriamo che il nuovo decreto del Presidente contenga delle linee guida chiare di quella che viene definita la fase 2, con la riapertura delle attività economiche in maniera scaglionata e chiaramente nel rispetto dei protocolli di sicurezza che abbiamo sottoscritto. Ci auguriamo che nella lista di Inail e comitato tecnico-scientifico delle attività produttive a ‘basso rischio’, oltre a quelle immediatamente collegate alle filiere essenziali alcuni settori dell’artigianato che hanno peraltro delle specificità per cui diventa più semplice rispettare i protocolli di sicurezza. Pensiamo alle imprese individuali senza dipendenti o formate da collaboratori familiari conviventi. Non si spiegherebbe dunque perché a casa sì e in azienda no. Penso poi ai lavori stagionali per cui vanno individuate soluzioni urgenti: impedire loro di lavorare ora significherebbe azzerare il reddito di un intero anno”.