Il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva Casa Green sull’efficientamento energetico degli edifici proposta dalla Commissione Europea: tutti gli edifici residenziali dovranno essere portati in classe energetica D entro il 2033; dal 2028 ogni nuovo edificio privato dovrà essere realizzato a emissioni zero e dal 2026 se ad uso pubblico. E sul versante Superbonus, restano ancora incagliati i crediti.
«Dobbiamo adottare una posizione propositiva – commenta Moreno De Col, Presidente CNA Veneto –. Schierarsi contro la direttiva Green è impraticabile perché va contro i tempi, l’evoluzione e il progresso, ma vanno sottolineate alcune questioni.
Innanzitutto riteniamo che questa direttiva debba essere declinata secondo la realtà dello stato di fatto dei fabbricati italiani. Certamente si deve andare nella direzione dello sviluppo sostenibile e quindi dobbiamo portare ad attuazione quanto previsto, ma è necessario che siano tenute in dovuto conto le caratteristiche peculiari della realtà edilizia italiana, sia per la tipologia dei fabbricati che per quanto riguarda la proprietà in gran parte in mano a privati.
Dobbiamo poi poter contare su di un concreto sostegno da parte dello Stato nella attuazione degli interventi previsti dalla direttiva per evitare che tutto ricada, come spesso avviene, sulle spalle dei cittadini. Questo sostegno deve essere programmato in un arco temporale di almeno due decenni che secondo noi è il tempo necessario per il rinnovo del patrimonio edilizio privato. Un tempo che consentirebbe alle nostre imprese della filiera costruzioni e del Comparto Casa di programmare i lavori in maniera positiva e senza salti nel vuoto. Ci deve essere una chiara griglia di attuazione per determinare e cadenzare l’ordine degli interventi; il che richiede un lavoro di valutazione preventiva cosicché non si giunga a soluzioni frettolose ed improvvisate come è accaduto per il Superbonus.
E a proposito dei crediti del Superbonus ancora incagliati, constatiamo che purtroppo la soluzione è ancora in itinere, ma non si vedono gli sviluppi. Le tante promesse da parte della politica non hanno ancora trovato risposta. Come Confederazione sentiamo le forti pressioni che ci giungono dalle categorie per trovare una soluzione effettiva al problema; e dal canto dei privati abbiamo visto come siano moltissime le situazioni di difficoltà per quanti abbiamo investito in questa misura fiscale e si siano ritrovati senza lavori terminati, senza denaro, addirittura senza casa. Come CNA investiamo molto nei rapporti istituzionali e continuiamo a sostenere l’ipotesi dell’utilizzo degli F24 per alleggerire i crediti fiscali acquisiti dalle banche, ma ora attendiamo soluzioni concrete.»