Contributo a fondo perduto

Decreto Ristori, la mini guida di CNA Veneto per i beneficiari

Dalle modalità di erogazione all'entità del contributo. Tutto quello che c'è da sapere

Al fine di sostenere gli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive introdotte con il Dpcm del 24.10.2020, il Decreto Ristori riconosce un Contributo a fondo perduto a favore dei soggetti che, alla data del 25 ottobre hanno la partita IVA attiva e dichiarano di svolgere come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO riportati nell’Allegato 1 dello stesso Dl Ristori. In base alle attività e ai codici ATECO, il contributo varia dal 100% al 400% del contributo erogato con il decreto Rilancio, fino ad un massimo di 150.000 euro.

Beneficiari del contributo

Il contributo a fondo perduto spetta a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.

Il predetto contributo spetta anche in assenza dei requisiti di fatturato di cui al precedente comma ai soggetti riportati nell’Allegato 1 che hanno attivato la partita IVA a partire dal 1° gennaio 2019.

Modalità di erogazione

Il decreto divide la platea dei possibili beneficiari in due gruppi: i soggetti che hanno già beneficiato del contributo a fondo perduto del decreto Rilancio di maggio, da quelli che non ne hanno fruito.

– Per i soggetti che hanno già beneficiato del contributo a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio, e che non lo abbiano restituito, il nuovo contributo sarà corrisposto dall’Agenzia delle entrate mediante accreditamento diretto sul conto corrente bancario o postale sul quale era stato erogato il precedente.

– Per i soggetti che non hanno presentato l’istanza di contributo a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio di maggio, il nuovo contributo sarà riconosciuto previa presentazione di apposita domanda. Questa dovrà essere presentata mediante la procedura web e il modello approvati con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 10 giugno 2020.

Il contributo non spetta ai soggetti la cui partita IVA risulti cessata alla data di presentazione dell’istanza.

Ammontare del contributo

L’ammontare del contributo a fondo perduto è determinato: 

– per i soggetti che hanno già beneficiato del contributo a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio, come quota del contributo già erogato ai sensi del decreto Rilancio;

– per i soggetti che non hanno presentato l’istanza di contributo a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio di maggio, il nuovo contributo è determinato come quota del valore calcolato sulla base dei dati presenti nell’istanza trasmessa e dei criteri stabiliti dai commi 4, 5 e 6 dell’art. 25 del decreto Rilancio. Qualora l’ammontare dei ricavi o compensi di tali soggetti sia superiore a 5 milioni di euro, il valore è calcolato applicando la percentuale di cui al comma 5 dell’art. 25 del decreto Rilancio. Le predette quote sono differenziate per settore economico e sono riportate nell’Allegato 1 al Dl Ristori.

Entità del contributo

Per i soggetti che hanno già beneficiato del contributo a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio, l’ammontare del contributo è determinato applicando le percentuali riportate nell’Allegato 1 al decreto Ristori agli importi minimi di 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.

In ogni caso, l’importo del contributo di cui al presente articolo non può essere superiore a euro 150.000,00.

Ulteriori misure del Dl Ristori

Credito d’imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda

Per le imprese operanti nei settori riportati nella tabella di cui all’Allegato 1 del Dl Ristori il credito d’imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda (introdotto dal Decreto Rilancio), viene esteso ai mesi di ottobre, novembre e dicembre. Il relativo credito è cedibile al proprietario dell’immobile locato.

Cancellazione della seconda rata IMU

È cancellata la seconda rata dell’IMU 2020 relativa agli immobili e alle pertinenze in cui svolgono le loro attività le categorie interessate dalle restrizioni (Allegato 1 del Dl Ristori), a condizione che i proprietari siano anche i gestori delle attività ivi esercitate.

Proroga ammortizzatori sociali e blocco licenziamenti fino al 31 gennaio

Previsti nuovi trattamenti di cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario e cassa integrazione in deroga. Allungato il blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio 2021. Viene inoltre stabilito l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per le aziende che non richiedono trattamenti di cassa integrazione.

Per maggiori informazioni, contattare: bottaro@cnaveneto.it

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