Artigianato, un futuro in bilico? Il presidente nazionale di CNA, Dario Costantini, lancia un allarme chiaro: il vero pericolo per l’artigianato italiano non sono i dazi, ma la difficoltà di attrarre i giovani. In una recente intervista a Libertà, Costantini ha evidenziato come due figli su tre non proseguano l’attività di famiglia, un dato che minaccia la trasmissione di un patrimonio di saperi e competenze unico.
Nonostante l’artigianato sia oggi un settore che unisce tradizione e innovazione, una narrazione pubblica superficiale lo relega spesso al passato, rendendolo meno attraente per le nuove generazioni.
Un freno globale e locale
Le preoccupazioni del presidente nazionale non si fermano ai confini italiani. Costantini ha sottolineato come le tensioni commerciali e il protezionismo aggressivo stiano danneggiando l’export, anche quello indiretto, che incide in modo significativo sul fatturato delle piccole e medie imprese artigiane. “L’export indiretto è quello al quale gli artigiani concorrono in misura notevolissima. Noi valutiamo che l’ordine di grandezza sia 40 miliardi,” ha dichiarato. L’Europa, nonostante le sue distanze dalla “vita reale” degli artigiani, rimane un’àncora fondamentale. Anche a livello nazionale, la burocrazia e l’incertezza fiscale continuano a soffocare le imprese.
Il Veneto come laboratorio di idee
Sulla stessa lunghezza d’onda si pone anche Moreno De Col, presidente di CNA Veneto. “La questione del ricambio generazionale è cruciale e il Veneto non fa eccezione,” afferma De Col. “Siamo di fronte a un paradosso: la richiesta di artigiani qualificati è alta, ma i giovani faticano a vedere le opportunità concrete che questo settore offre.”
I numeri confermano le preoccupazioni: fino a dieci anni fa, circa il 10% delle imprese venete era guidato da under 35; oggi la percentuale è scesa all’8,9%. Nonostante ciò, il Veneto si distingue a livello nazionale per il numero di nuove imprese under 35, con 3.820 nuove aziende giovanili nate nel 2023. Di queste, 10.586 (31%) sono artigiane. Un dato che, pur mostrando una vitalità, sottolinea l’urgenza di sostenere e rafforzare questa tendenza.
Sono sempre meno i giovani a causa del calo demografico e dell’alta richiesta di manodopera specializzata, che rende più sicura la via del lavoro dipendente. E chi accetta la sfida non punta più solo su artigianato o manifattura, ma ha una visione manageriale e innovativa, pur mancando spesso del capitale necessario. Il sistema bancario, infatti, supporta solo il 17,3% degli under 35, che per il resto contano sul patrimonio personale o familiare. Anche i passaggi generazionali all’interno delle attività familiari, un tempo pilastro del settore, sono diventati più complessi, interrompendo la trasmissione di competenze e saperi.
CNA Veneto è da tempo impegnata in progetti che mirano a colmare questo divario, promuovendo la cultura del “saper fare” nelle scuole e nelle università, e mettendo in luce l’aspetto tecnologico e creativo dell’artigianato moderno. L’obiettivo è mostrare ai ragazzi che un’impresa artigiana non è solo tradizione, ma anche innovazione, digitalizzazione e crescita personale. La sfida, in sintesi, è quella di riscoprire il valore sociale ed economico del mestiere, trasformandolo in una scelta di vita desiderabile.
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