Addio Superbonus: e poi? Chiudere il Superbonus e disincagliare i crediti; e studiare nuove politiche di incentivi per il comparto edile che si è dimostrato ancora una volta trainante per l’economia del paese. Queste le due azioni che CNA Veneto ritiene prioritarie per non rischiare di trovarsi in una pericolosa situazione di blocco che potrebbe avere importanti ripercussioni sull’economia nazionale.
«È giunto il momento di chiudere la partita del Superbonus – commenta Moreno De Col Presidente CNA Veneto –, ma non va assolutamente dimenticato come questo strumento fiscale, nonostante tutte le criticità che ha generato, dal punto di vista dell’economia reale sia stata occasione di forte crescita per il comparto specifico e per l’economia del territorio.»
Secondo i dati CNA la misura fiscale del Superbonus ha attivato 600mila posti di lavoro nel comparto edile; ogni euro di spesa ha fruttato 2 euro di investimenti; l’efficientamento derivato dagli interventi resi possibili dal Superbonus ha consentito di risparmiare a livello nazionale 1,1 miliardi di metri cubi di gas e di abbattere 1,4 miliardi di tonnellate di CO2. Questo strumento ha consentito al comparto edile di trainare il PIL e di portare l’economia del Paese fuori dalle secche causate dalla pandemia.
«È chiaro che la formula va rivista profondamente – prosegue il Presidente De Col –, ma è indubbio che, come incentivo per l’economia, il Superbonus sia stato importante. Ora è giunto il momento di chiudere la partita e questo potrà avvenire in maniera corretta solo se verranno disincagliati i crediti bloccati ormai da troppi mesi e se verrà dato il giusto tempo per completare gli interventi in corso. Ma è anche giunto il momento di guardare avanti. Per il prossimo anno non ci sono grandi commesse all’orizzonte e le imprese sono ferme al palo: solo lavori a breve termine, mentre sul medio e lungo periodo non sembrano esserci prospettive. Questo è il momento di studiare nuove strategie e nuove politiche di incentivi per mantenere l’impulso di crescita, evitare lo stallo e la perdita delle centinaia di migliaia di posti di lavoro che il Superbonus ha contribuito a generare, a maggior ragione se si guarda alle direttive europee sulla riduzione delle emissioni che pongono traguardi vicini – il 2035 e il 2050 -, direttive che non possiamo ignorare.»
È evidente che il patrimonio edilizio pubblico e privato italiano abbia necessità di proseguire il percorso di efficientamento avviato in questi due anni di Superbonus: con il 70% di edifici vetusti, più della metà del patrimonio edilizio necessita di interventi di riqualificazione energetica e sismica.
«Ci troviamo dinanzi a grandi numeri che riflettono impegni importanti, ma non stiamo parlando di politiche e di pianificazione per sapere cosa succederà. L’intero comparto ora ha il freno tirato – conclude il Presidente CNA Veneto Moreno De Col –. Con la progressiva dismissione del Superbonus e senza proiezioni su quello che saranno le intenzioni del Governo rischiamo di tornare indietro. CNA Veneto chiede di guardare avanti e di mettersi ad un tavolo di concertazione con le istituzioni per definire i nuovi incentivi. Le imprese ora hanno bisogno di questo.»