Enrico Giovannini nuovo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, auguri da CNA Fita Veneto

Tra i compiti di Giovannini anche l'amminitrazione dei quasi 32 miliardi che il Recovery destina alle Infrastrutture

Enrico Giovannini è il nuovo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del Governo guidato da Mario Draghi. Enrico Giovannini ha giurato al Quirinale lo scorso 13 febbraio 2021 e subentra a Paola De Micheli. Nato a Roma nel 1957, Giovannini è professore ordinario di Statistica economica all’Università di Roma Tor Vergata e Senior Fellow della LUISS School of European Political Economy. Dopo aver iniziato la carriera al dipartimento ricerca dell’Istat e aver fatto parte del comitato strategico del Tesoro sull’introduzione dell’euro, dal 1993 al 1996 ha diretto il dipartimento di contabilità nazionale e analisi economica dell’istituto per poi guidare la grande direzione centrale delle statistiche su istituzioni e imprese. Chief Statistician dell’OCSE dal 2001 al 2009 e presidente dell’ISTAT dal 2009 al 2013, è stato nominato successivamente ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del governo Letta (2013-2014). È co-fondatore e portavoce di ASviS, l’alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile: Giovannini si è messo all’ascolto delle istanze delle organizzazioni giovanili, in particolare in vista dell’utilizzo del Next Generation Ue. Presidente della Conferenza degli statistici europei, organismo della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (2011-2013), collabora con il Joint Reasearch Centre della Commissione europea. Nel 2011 è stato chiamato dall’allora governo Berlusconi a presiedere il “Gruppo di lavoro Economia non osservata e flussi finanziari”, sulle misure di contrasto all’evasione fiscale e la “Commissione governativa per il livellamento retributivo Italia-Europa” e nel 2013 venne nominato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un pool di “saggi” con il compito di indicare le priorità per uscire dalla crisi economica e istituzionale. In capo al ministero di Giovannini ci sarà anche e soprattutto quello di amministrare i quasi 32 miliardi che il Recovery destina alle Infrastrutture, spendendole il più possibile per uno sviluppo sostenibile. Anche perché alla mobilità green, nel dettaglio, sono destinati ben 18 miliardi: soldi che il nuovo capo del ministero di Porta Pia gestirà sotto il segno della sostenibilità, verso il sociale e in direzione dei giovani. Per capire, forse, come Giovannini intende spendere i soldi concessi dall’Europa è sufficiente ripercorrere alcune delle recenti dichiarazioni espresse nel corso di sue interviste. «Il futuro sarà pieno di shock e quindi non basta far ripartire il Pil, questi soldi devono servire a trasformare l’economia per renderla più resiliente». Ma ancora più illuminante è quanto ha dichiarato soltanto poche settimane fa all’Huffington post: «Ma davvero noi pensiamo che i nostri centri storici saranno pieni di bar che sopravvivranno con la vendita di tramezzini all’ora di pranzo a chi andrà in ufficio tutti i giorni? Tantissime imprese pensano di usare lo smart working anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria. Quindi, tante persone passeranno la giornata nei pressi della propria abitazione, il che potrebbe essere un’opportunità per nuovi esercizi di prossimità. Forse avrebbe più senso finanziare nuove iniziative che assistere chi spera soltanto che tutto torni com’era». E quest’ultima frase dovrebbe funzionare da monito anche per l’autotrasporto: il nuovo ministro avrà certamente chiaro il suo ruolo, ma sarà sicuramente interessato a ragionare con chi ha voglia di innovazione. E l’innovazione nella testa di Giovannini ha il verde come colore obbligato. Nei prossimi giorni la nomina dei sottosegretari del comparto.

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