Il 12 marzo, presso l’auditorium della CNA a Roma, si è svolto il “Dialogo sul settore moda”, un incontro che ha visto imprenditori, sindacalisti ed esperti confrontarsi sulla crisi che attanaglia il comparto da oltre quindici anni. Un’occasione importante per ribadire la necessità di risposte concrete da parte della politica.
Nel suo intervento da remoto, il presidente nazionale della CNA, Dario Costantini, ha sottolineato il valore degli artigiani e delle piccole imprese nel sistema economico italiano, evidenziando come un terzo di esse già utilizzi l’Intelligenza Artificiale. Tuttavia, ha lamentato l’inadeguatezza delle normative vigenti, come la Legge quadro sull’artigianato, ferma da oltre quarant’anni.
Uno dei temi più urgenti emersi dall’incontro è stato il caro energia. Costantini ha criticato il decreto energia che esclude dai tagli alle bollette oltre un milione di piccole imprese, penalizzandole rispetto ai competitor europei. Un’altra questione cruciale riguarda l’obbligo di sottoscrizione di polizze assicurative contro calamità naturali, un provvedimento che, secondo la CNA, impone oneri eccessivi senza garantire tutele adeguate.
Il peso del settore moda nell’economia nazionale è stato illustrato dal responsabile del Centro Studi CNA, Antonio Murzi. Il comparto rappresenta il 16% delle imprese manifatturiere italiane, il 12,3% dell’occupazione, l’8,6% della ricchezza prodotta e il 10,5% delle esportazioni. Le donne costituiscono oltre il 55% della forza lavoro e le micro e piccole imprese dominano il settore, costituendo il 95,9% delle attività produttive.
Nonostante il ruolo centrale della moda nel sistema economico, il biennio 2023-2024 si è rivelato particolarmente difficile: il settore ha perso il 9,7% di valore aggiunto e ha visto una riduzione del 3% della forza lavoro. La crisi, iniziata con la bolla finanziaria di quindici anni fa, continua a mettere a rischio aziende e posti di lavoro.
Il responsabile nazionale di CNA Federmoda, Antonio Franceschini, ha ribadito la necessità di interventi immediati: ammortizzatori sociali, agevolazioni fiscali e un più facile accesso al credito. Ha inoltre evidenziato come CNA Federmoda abbia da tempo lanciato l’allarme sulla crisi, senza però ottenere risposte adeguate dalla politica.
Sul futuro del settore si sono confrontati il presidente di CNA Federmoda, Marco Landi, e i rappresentanti sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil. Se da un lato permangono sfide come la concorrenza sleale e l’invecchiamento della popolazione italiana, dall’altro esistono punti di forza da valorizzare: la qualità del Made in Italy è ancora molto apprezzata a livello internazionale, e le esportazioni verso Asia e Paesi del Golfo sono in crescita.
“La moda italiana ha futuro – ha affermato Landi – ma servono politiche industriali adeguate. Chiediamo un intervento immediato per garantire liquidità alle imprese e la creazione di un decreto legge specifico per facilitare il credito al settore moda”.
CNA Veneto si unisce a questa richiesta, sottolineando l’urgenza di misure concrete a sostegno di un comparto che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e un pilastro fondamentale dell’economia nazionale.