Il Mimit convoca il Tavolo della Moda. Il comparto Moda sta attraversando un periodo di forte crisi. Si tratta di uno stato di grave difficoltà che, a partire da metà dello scorso anno, sta rischiando di compromettere definitivamente le filiere produttive del tessile, abbigliamento, pelle, cuoio, calzature e occhialeria, che rappresentano il valore del Made in Italy.
Dalla pandemia sembrava che il settore si fosse ripreso, ma la situazione geopolitica internazionale sta gravando sui consumatori e di conseguenza anche sulle aziende italiane.
“I numeri sono impietosi – ha detto il Presidente Nazionale di CNA, Dario Costantini – da una nostra indagine emerge che oltre la metà delle imprese della moda accusa una flessione dei ricavi, per una su cinque la contrazione supera il 20%. La crisi è diffusa ma nella pelletteria oltre il 60% delle imprese segnala un calo del giro d’affari”. Il Presidente CNA ha inoltre sottolineato che il settore moda non ha mai beneficiato di misure specifiche ma la difficile situazione impone interventi di carattere emergenziale e strutturale. Nel dettaglio CNA ha già presentato una serie di richieste, tra le quali la sospensione per un anno dei versamenti contributivi ed erariali, la Cig in deroga per tutte le tipologie di imprese, l’esenzione delle quote di partecipazione alle manifestazioni di Ice Agenzia fino a luglio dell’anno prossimo.
Il Mimit, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, viste le richieste arrivate dalla CNA e dalle altre Associazioni di categoria, convoca per martedì 6 agosto il Tavolo della Moda. “Ci attendiamo impegni e misure concrete dalla riunione del tavolo sulla moda convocato dal Mimit. La crisi del settore si va aggravando e non è più tempo per pacche sulle spalle e promesse generiche”.
È quanto ha dichiarato il Presidente Nazionale di CNA parlando a margine di una iniziativa su Transizione 5.0 promossa dalla confederazione. “Il comparto moda è uno dei pilastri del Made in Italy – ha sottolineato Costantini – e per il bene del Paese non possiamo permetterci di non reagire alla profonda crisi che investe il settore. Molte imprese valuteranno se riaprire dopo le ferie”.