SOS delle piccole imprese escluse dagli appalti pubblici

Presentato un decalogo di proposte dall’Osservatorio CNA

Il nuovo Codice degli appalti deve restituire un ruolo alle piccole imprese in questo mercato. Questa a gran voce la richiesta rivolta al Governo e al Parlamento da CNA, per poter realizzare gli obiettivi del PNRR.

A livello nazionale, il valore monetario complessivo del mercato degli appalti nel 2021 ha sfiorato i 200 miliardi di euro. Le micro imprese – pari al 96% delle imprese italiane – che accedono a questo mercato sono solo il 5%. In Veneto lo scenario non è diverso: con un valore complessivo del mercato degli appalti superiore ai 14 miliardi di euro (totale complessivo secondo i dati ANAC di 14.013.468.216 euro tra forniture 7.118.892.290 euro; servizi 3.817.627.181 euro; lavori 3.077.048.745 euro), delle circa 390mila mila piccole imprese che rappresentano oltre il 99,3% del tessuto imprenditoriale regionale (non agricolo), la percentuale che riesce ad accedere al mercato degli appalti si allinea con la media nazionale.

I nodi da sciogliere sono molti: la mancanza di certezza normativa con le innumerevoli e continue modifiche (dal 2016 al 2022 il Codice ha subìto oltre 800 modifiche); la lottizzazione dei bandi; il subappalto a cascata; la burocrazia eccessiva; la scarsa digitalizzazione delle procedure che penalizza la partecipazione alle gare; l’aumento della soglia di affidamento diretto dalle stazioni appaltanti. In questa giungla, le piccole imprese artigiane restano al palo.

«È necessario un intervento in profondità – commenta il Presidente CNA Veneto Moreno De Col – che tenga conto del tessuto economico regionale e anche delle tante disfunzioni nel mercato degli appalti pubblici che riversano sui cittadini e sui lavoratori una cascata di inefficienze rendendo complicata, se non talora impossibile, la vitalità economica di città e paesi italiani. Le piccole imprese necessitano di una maggior considerazione e di una più specifica attenzione da parte delle istituzioni per riuscire ad entrare con più vigore in questo mercato. Per questo vanno recepite le nostre proposte relative allo spacchettamento dei bandi, alla facilitazione agli accessi alle gare, all’aumento della soglia per l’affidamento diretto da parte delle stazioni appaltanti, alla semplificazione delle procedure. Ma dobbiamo anche guardare agli esempi che ci vengono dagli altri Paesi europei che prevedono in Francia una scorta di lavori a disposizione delle piccole imprese – normativa che in Italia non esiste -, oppure seguire l’esempio che ci viene dagli Stati Uniti con l’introduzione della figura dell’ambasciatore delle piccole imprese negli appalti all’interno delle stazioni appaltanti. Insomma, è necessario un cambio di marcia, deciso, efficace, condotto con attenzione e nel rispetto delle regole, per evitare che il PNRR si trasformi da opportunità di crescita nell’ennesimo treno perduto.»

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