Bonus edilizi, sblocco retroattivo per la cessione del credito

Ma il 2023 per gli artigiani sarà un anno nero

Le banche, grazie al disegno di legge approvato dal  Senato in data 2 agosto 2022, potranno cedere a tutte le Partite Iva tutti i crediti, anche se comunicati prima del 1° maggio 2022.

Grazie a questa modifica si auspica che il meccanismo potrà, finalmente, rimettersi in moto. Lo sblocco retroattivo rappresenta infatti una delle misure chieste con maggior vigore dagli operatori del settore edile per disincagliare la massa di crediti congelata dall’inverno del 2021 a maggio 2022 nei cassetti fiscali di imprese e cittadini che erano stati esclusi dagli ultimi provvedimenti di aggiustamento per il riavvio delle cessioni.

«La buona notizia è appunto quella dello sblocco dei crediti maturati ante 1 maggio 2022– commenta Moreno De Col Presidente CNA Veneto ­–. Quella meno buona è la preoccupazione fondata che comunque i gravi ritardi accumulati in quasi un anno di blocco delle cessioni, insieme ai ritardi nel reperimento dei materiali, trovi gli operatori e i cittadini in forte difficoltà a chiudere i lavori entro fine anno, termine perentorio del Superbonus per le abitazioni unifamiliari. Il rischio è che al 31 dicembre ci si ritrovi in una situazione drammatica per le imprese e i cittadini coinvolti, di cui la politica deve prendere coscienza, in attesa che il sistema bancario riapra l’accettazione delle cessioni.»

C’è forte preoccupazione per i tempi e l’effettiva capacità di acquisire totalmente l’enorme volume di crediti accumulato fino ad oggi da parte del sistema bancario e dei possibili cessionari, una partita che potrebbe durare molti mesi e non riuscire a trovare sfogo per tutti i crediti.

E ancora: Quale futuro dopo il Superbonus per le piccole imprese? «Non ci sono commesse all’orizzonte per il 2023 – prosegue il Presidente De Col –. Se da una parte infatti continua la misura per i condomini, appannaggio delle imprese più strutturate, per il resto non si muove nulla. Sebbene infatti permangano le misure del 50 e 65 percento, con l’attuale aumento dei prezzi e senza il dispositivo della cessione del credito non risultano più appetibili. Il timore che, in concomitanza di tutti questi fattori sfavorevoli, il comparto edile vada incontro ad un altro momento di stallo è forte. Bisogna pensare ad un nuovo strumento che possa garantire il prosieguo degli investimenti e dei lavori, con un orizzonte più lungo che consenta al mercato di ritornare ad una situazione di normalità e alle imprese una migliore programmazione rendendo strutturale la cessione del credito,  volàno determinante per il settore.»

PDFSTAMPA

Zeen is a next generation WordPress theme. It’s powerful, beautifully designed and comes with everything you need to engage your visitors and increase conversions.

Connettiti con noi!
Raccogliamo i dettagli necessari per rimanere in contatto.

Ho letto e accetto la Privacy Policy

Newsletter