Nella seconda metà di luglio si sono tenute le assemblee quadriennali elettive delle categorie di CNA Veneto, che hanno visto rinnovare anche i vertici dell’Unione Installazione Impianti.
Confermato Presidente regionale del mestiere termoidraulici Antonio Fantoni (in foto), Imprenditore rodigino titolare della Fantoni Servizi Energetici srl, ed eletto Alex Piovan nuovo presidente del mestiere degli Elettrici, imprenditore padovano titolare della Piovan Service srl.
Antonio Fantoni designato dall’assemblea anche Presidente coordinatore regionale dell’Unione.
Un’elezione molto partecipata e ricca di spunti per il lavoro dei prossimi anni.
I driver prioritari emersi dall’assemblea mettono l’accento sulla formazione e sulla qualificazione delle imprese, imprescindibile per stare al passo con le accelerazioni delle tecnologie, sul tema delle aggregazioni di impresa, strumenti strategici ai fini di affrontare appalti sempre più integrati, ed infine sul tema della mancanza di manodopera qualificata, una criticità su cui lavorare a stretto contatto con scuole e istituzioni, regione in primis, per riportare l’interesse dei giovani verso questi mestieri.
Antonio Fantoni: “E’ prioritario sostenere e accompagnare le piccole imprese affinché rafforzino la propria organizzazione. Il mercato richiede sempre più conoscenze, competenze e maggiore organizzazione tecnico-amministrativa necessarie per affrontare da protagonisti lavori sempre più complessi e integrati. Bisogna disinnescare la logica ormai consolidata di subalternità rispetto alle grandi società, le quali spesso beneficiano, anche con l’aiuto della politica, di posizioni dominanti sul mercato, ma che mancano completamente di capacità e conoscenze realizzative. E’ necessario inoltre investire sempre di più sulla formazione del personale e sulla formazione dell’imprenditore, nonché sostenere economicamente le piccole imprese che dimostrano di investire per lo sviluppo delle competenze dell’impresa e del proprio personale. Lo sviluppo tecnologico ed il cambiamento rapido del mercato, lo squilibrio fra le conoscenze scolastiche e le competenze delle imprese, rendono insostenibile, per la piccola impresa, il costo per la formazione. Non bastano i contratti di apprendistato. L’azienda che ha investito per la crescita del proprio personale, in caso di dimissioni, non è in grado di reinvestire e molto spesso rinuncia alla formazione di nuove risorse e conseguentemente allo sviluppo dell’impresa.
In questo contesto l’associazione deve farsi carico delle esigenze di sviluppo delle imprese concretizzando le azioni necessarie con gli enti e la politica al fine di incentivare la crescita organizzativa della piccola impresa.”