Partiti i contributi del Decreto Sostegni, più di 40mila le domande in Veneto
Sono partiti gli ordinativi di pagamento delle prime 600mila istanze presentate sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate per un importo complessivo di 1.907.992.796 euro a favore delle imprese destinatarie dei sostegni.
La cifra è calcolata sulle domande arrivate fino alla giornata del 5 aprile 2021; il termine di scadenza per la presentazione delle domande è il 28 maggio 2021 (scopri qui come ottenere i contributi a fondo perduto del Decreto Sostegni). I contribuenti coinvolti vedranno accreditarsi le somme direttamente sul conto corrente indicato nella domanda oppure potranno usare l’importo riconosciuto in compensazione.
Dal 30 marzo, giorno dell’apertura del canale telematico dell’Agenzia delle Entrate, ad oggi sono circa un milione le domande del contributo a fondo perduto inviate con l’apposita piattaforma informatica delle Entrate gestita con il partner tecnologico Sogei.
Sono più di 600mila, precisamente 604.534, le istanze dei contributi a fondo perduto lavorate, per le quali è stato già predisposto il mandato di pagamento oppure riconosciuto il credito d’imposta. Quest’ultimo caso riguarda 10 mila domande, nelle quali i contribuenti avevano manifestato la scelta della compensazione in alternativa all’accredito su conto corrente.
I numeri dei sostegni in Veneto
Sono in pagamento i primi contributi a fondo perduto del Decreto Sostegni. Al 6 aprile il Veneto era 7° tra le regioni per richiesta, con 40.620 domande.
Sono stati stanziati in Regione Veneto 160.757.736,00 euro. Secondo il Centro studi della CNA, il contributo medio per ciascuna impresa è di circa 3958,00 euro. La colonna “”media bonus” dimostra l’esiguità del fondo perduto pro-capite.
Qui il comunicato stampa completo dell’Agenzia delle Entrate dell’8 aprile.
Le richieste di CNA
Gli importi, previsti dal Decreto Sostegni per il Veneto, che verranno materialmente riconosciuti all’atto pratico risultano assai modesti, a partire dal minimo dei duemila euro.
Ravvisiamo sicure perplessità in ordine alla fissazione della soglia del 30% delle perdite per ottenere i fondi. La grande maggioranza delle imprese, pur avendo registrato significative flessioni di fatturato, rimarrà totalmente esclusa dai nuovi indennizzi, posta la necessità di dovere superare la succitata percentuale. Sarebbe, quindi, preferibile evitare la tagliola del 30%, sostituendola con un meccanismo di décalage, che ne riduca progressivamente il beneficio fino ad annullarlo.