Via libera alla riforma del Codice Appalti

Il primo luglio è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge di delega al Governo in materia di contratti pubblici. 

Fabio Fiorot, Responsabile regionale CNA Costruzioni: ” Il Codice Appalti è una norma senza pace, stralciata o stravolta ad ogni legislatura, e comunque in ogni caso derogata perché mai all’altezza della situazione. Viene difficile credere che questa sia la volta buona, soprattutto se non vengono attentamente ascoltate le categorie economiche che concretamente realizzano le opere e conoscono praticamente i limiti delle attuali norme. Tre i punti chiave per raggiungere l’obbiettivo: ascolto delle categorie, semplificazione, monitoraggio dell’efficacia della norma.”

Palazzo Chigi spiega come il testo punti ad un più stretto legame tra norma nazionale e direttive europee, in coerenza con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e con i principi di sostenibilità economica, sociale e ambientale, assicurando l’efficienza e tempestività nell’affidamento, la gestione e l’esecuzione di contratti e concessioni; tempi certi per le procedure di gara, per la stipula dei contratti e la realizzazione degli appalti, e il rafforzamento della qualificazione delle stazioni appaltanti.

È prevista inoltre la massima semplificazione delle procedure per gli investimenti in tecnologie verdi e digitali e per l’innovazione e la ricerca, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, nonché l’inserimento nei bandi di gara di clausole sociali e ambientali come requisiti necessari o premiali dell’offerta al fine di promuovere la stabilità occupazionale, l’applicazione dei contratti collettivi, le pari opportunità generazionali e di genere.
 
Prevista la piena digitalizzazione e informatizzazione delle procedure, la riduzione degli oneri amministrativi ed economici a carico dei partecipanti e strumenti per diminuire il contenzioso sull’affidamento ed esecuzione degli appalti.
 
Estesi i metodi di risoluzione delle controversie alternativi a quello giurisdizionale, per evitare di allungare i tempi di realizzazione delle opere e alleggerire i tribunali dai contenziosi.
 
Infine, semplificate e ampliate le forme di partenariato pubblico-privato, in particolare la finanza di progetto.