Uir a Padova lo scorso 08 aprile 2022, la ricerca sulla “transizione energetica” di Nomisma
La ricerca, in collaborazione con Nomisma Energia, individua le sfide delle infrastrutture interportuali per arrivare ad una logistica ‘green’. Il ministro Giovannini: «Gli interporti sono al centro del sistema logistico e per questo devono porsi come obiettivo la sostenibilità, nonostante la situazione di emergenza economica» Il “position paper’ (in allegato) propone il punto di vista della UIR – Unione Interporti Riuniti – sulla transizione energetica in relazione alle potenzialità delle strutture intermodali e interportuali italiane. È il documento, realizzato in collaborazione con Nomisma Energia, presentato all’interno del convegno “Interporti al centro”, svoltosi a Padova nel nuovissimo Centro Congressi della Fiera.
La sintesi del rapporto
Nello studio si ricorda che l’Italia possiede un network di interporti e centri intermodali tra i più importanti a livello europeo: 26 strutture (12 nel Nord-Est, 5 nel Nord-Ovest, 4 al Centro e 5 al Sud), 23 delle quali fanno parte della rete transeuropea Ten-T. Per quanto riguarda il traffico, negli interporti della penisola sono stati movimentati nel 2021 oltre 50 mila treni intermodali che hanno trasportato 476 mila container, 445 mila casse mobili e 472 mila semirimorchi (7,5 mila in autostrada viaggiante). In totale la merce totale movimentata è di circa 70 milioni di tonnellate-anno, con il coinvolgimento di oltre 1.200 aziende di trasporto e logistica. Secondo la ricerca, il ruolo degli interporti dal punto di vista ambientale è già decisivo, visto che, ad esempio, si stima che nel 2020 il sistema interportuale italiano abbia permesso la riduzione di 1,5 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra. Quindici interporti dispongono oggi di impianti fotovoltaici di taglia medio-grande (per un totale di 1 milione di mq) e 16 sono interessati da iniziative di efficienza energetica dei magazzini, mentre diversi centri intermodali hanno installati punti di ricarica per veicoli elettrici e 3 interporti (Bologna, Padova e Verona) dispongono di un distributore di LNG per autotrazione. Interventi di decarbonizzazione all’interno delle aree interportuali potrebbero portare, secondo Nomisma, a riduzioni di emissioni di CO2 pari a circa 400 mila tonnellate/anno, mentre l’efficientamento delle filiere logistiche collegate consentirebbero ulteriori minori emissioni tra i 2 e i 4 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Il Position Paper di UIR contiene poi tutta una serie di indicazioni per lo sviluppo del settore, individuate in 8 ambiti d’azione. Tra i moltissimi obiettivi proposti per ciascuna area segnaliamo: il potenziamento delle infrastrutture ICT e di connettività dati; la creazione di almeno un punto di rifornimento LNG/bio-LNG per interporto e punti di stoccaggio dei biocarburanti; la riqualificazione dei magazzini esistenti e la riduzione del fabbisogno energetico del 40%; la promozione del costante rinnovo delle flotte di mezzi pesanti; lo sviluppo di accordi per insediare sistemi sperimentali legati all’idrogeno; la previsione di programmi di formazione specifici sulla logistica; la riduzione della congestione all’interno dei sedimi interportuali e la prevenzione di ripercussioni sulla viabilità ordinaria.
Il meeting UIR è poi proseguito con una tavola rotonda. Al centro della discussione lo spinoso tema del processo di transizione ambientale del nostro Paese messo in crisi dalle emergenze economiche e politiche di questi ultimi tempi, dall’accesso alle materie prime e alle risorse alimentari fino al conflitto russo-ucraino. Intervenuto a chiusura del tavolo e sollecitato da Sebastiano Barisoni, vicedirettore di Radio24, il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha però ancora una volta ribadito come non ci sia alternativa alla sostenibilità, ma «solo difficoltà in più che la guerra ucraina sta ampliando, mettendo sotto ulteriore stress un sistema già fortemente provato dalla pandemia». «La sostenibilità – ha continuato il ministro – è oggi un tema centrale nel pubblico e nel privato. Il PNRR spinge in questa direzione con i suoi 62 miliardi di risorse stanziate, cui vanno aggiunti i 43 miliardi della Legge di Bilancio, Fondo di Sviluppo e Coesione»”. Il ministro si è detto anche d’accordo con la richiesta del presidente di UIR, Matteo Gasparato, di una riforma “svecchiante” la legge 240/90 sugli interporti ed ha inoltre evidenziato la necessità di accelerare la digitalizzazione e le infostrutture, scelta che anche il MIMS ha condiviso, recuperando nella sua sfera di azione UIRnet. All’iniziativa era presente una delegazione della Cna Fita del Veneto capitanata dal Presidente Regionale Paolo Fantinato.