Tra ottimismo e attesa: i “sentiment” delle PMI venete

Più ottimisti sulle prospettive della propria impresa che su quelle del Paese; inflazione e costo dell’energia minacce reali per la ripresa più del protrarsi della pandemia; mentre oltre il 50% è a favore dell’obbligo vaccinale. Sono alcune tra le indicazioni che emergono dall’indagine condotta dalla CNA su un campione rappresentativo dell’artigianato e della piccola impresa.

Le attese e i  ‘sentiment’ delle piccole e micro imprese venete

Secondo le risposte raccolte dal sondaggio, tra le piccole e micro imprese venete, il 2,53% degli intervistati prevede che l’economia italiana tornerà ai livelli pre-pandemia, mentre il 21,52% confida nella ripresa, ma ritiene che le perdite saranno recuperate solo parzialmente.

Le aspettative per gli imprenditori veneti sull’andamento della propria attività, sono quasi dimezzate rispetto al sentimento medio dei loro colleghi delle altre regioni. Solo il 20,25% del campione indica risultati in crescita e poco più di un’impresa su sette prevede risultati migliori a quelli pre-pandemia, mentre il 34,18% si aspetta un anno molto difficile in particolare per i comparti Turismo e Trasporto. Tuttavia, nel complesso il 53,16% degli imprenditori si aspetta, per il 2022, un fatturato stabile e una occupazione altrettanto stabile (52,05%).

Il protrarsi della pandemia

L’andamento dell’economia continua ad essere condizionato dalla pandemia e il 52,63% degli intervistati veneti considera la vaccinazione obbligatoria l’arma più efficace per sconfiggere il virus ma con risposte differenziate tra i vari settori. Introdurre lockdown per i soli non vaccinati non incontra il consenso degli imprenditori veneti: solo l’11,84% si dice a favore. Per il 23,68% il Governo dovrebbe astenersi dall’adozione di limitazioni e/o obblighi, informando in modo chiaro i cittadini sull’andamento della pandemia e fidarsi del loro buon senso.

I timori per una mancata ripresa

Tra i fattori di rischio per la ripresa, al primo posto, il 36,84% delle risposte degli imprenditori veneti indica le tensioni inflazionistiche e il caro energia in particolare nei comparti della Manifattura e delle Costruzioni. Secondo il 38,16% delle risposte, un altro fattore è rappresentato dall’acuirsi della pandemia in particolare per i settori che hanno maggiormente sofferto le restrizioni, quali servizi alla persona e trasporto. Il 46,05% indica tra i fattori di rischio anche la scarsità di materie prime e semilavorati, confermando questo tra i timori più sentiti.  

Compresi sempre tra i fattori di rischio per la crescita economica, anche la mancata attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR per il 39,47% delle risposte, mentre il 38,16% teme una fase di instabilità politica.A seguire, il 19,74%  teme il venir meno dei sostegni per i settori ancora in difficoltà e il 18,42% la carenza di manodopera qualificata.

«I risultati di questo sondaggio mostrano come gli imprenditori veneti siano perfettamente consapevoli della situazione attuale che stanno affrontando con lucidità e visione d’insieme – commenta il Presidente CNA Veneto Moreno De Col –. Sappiamo cosa sta accadendo e sentiamo certamente la pressione del momento economico davvero difficile. A livello regionale ci stiamo muovendo per sollecitate interventi che in qualche modo riescano a compensare alcuni tra i principali fattori di rischio quali, tra tutti, l’esplosione dei costi che si sta dimostrando strutturale e non contingente.»

«Nei prossimi mesi le piccole e micro imprese venete dovranno confrontarsi con alcuni tra i temi emersi dal sondaggio – aggiunge il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon – quali l’obbligo vaccinale, la carenza di materie prime, l’aumento dei costi dell’energia. Ci si aspetta stabilità politica per poter proseguire nella difficile ripresa con il massimo dell’impegno e utilizzare al meglio gli investimenti previsti dal PNRR con tempistica certa ed efficace. Con piacere contribuiamo al tavolo di partenariato regionale per dare al Veneto progettualità strategiche nei prossimi anni.»