Strategie e policy per il rilancio della macro-filiera legno

Rilancio filiera legno. Circa un quarto del territorio regionale veneto è coperto da foreste estese per oltre 465.000 ettari; la filiera del legno è composta da 8.358 imprese tra prima e seconda parte della filiera, per un totale di 46.582 addetti complessivi. Un indotto importantissimo per l’economia della regione penalizzata per quanto riguarda la prima parte della filiera legata alla silvicoltura con forti importazioni di materia prima e semilavorati da Austria, Bosnia-Erzegovina, Stati uniti e Croazia; mentre è la seconda regione per export di prodotti finiti con un export che supera dieci volte l’import.

Molti fattori sui quali si è fatto il punto a FIERA ARREDAMONT a Longarone (fino al 5 novembre) ed in particolare in occasione della Tavola Rotonda “Ricostruiamo la filiera del legno” – che  è svolta ieri venerdì 3 novembre in Sala Convegni, alla presenza di Massimo Sposato Presidente APPIA CNA Belluno, e Alessandra Stefani Direttore Generale delle Foreste, Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste; con relazione introduttiva di Nicola Andrighetto ETIFOR, spin-off Università degli Studi di Padova sul tema La filiera del legno: una fotografia delle principali caratteristiche e potenzialità. I Relatori della Tavola rotonda: Carlo Piemonte Direttore Cluster Italia Foresta Legno; Massimo Goti Presidente nazionale CNA Legno Arredo; Ennio Vigne, Presidente UNCEM Veneto, Presidente del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi; Gianantonio Da Re Europarlamentare e membro di ENVI-Commissione per l’Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. Ha tratto le conclusioni il Presidente CNA Veneto Moreno De Col.

I DATI DELLA FILIERA DEL LEGNO IN VENETO

(Dati studio commissionato da CNA Veneto)

L’area forestale della Regione Veneto si estende a poco più di 465.000 ettari. Circa un quarto dell’area veneta è coperto da foreste. Negli ultimi decenni, la superficie forestale è aumentata.

Solo il 16% della superficie forestale veneta è dotato di un piano di riassetto valido. Le forme di proprietà maggiormente interessate dalla pianificazione forestale sono quelle comunali e regoliere. Solo una piccolissima parte delle proprietà private, soprattutto quelle gestite da piccoli proprietari, sono dotate di un piano di riassetto.

Nel 2019, il valore relativo ai prelievi forestali ha visto un grosso aumento per lo più a seguito della tempesta Vaia, che ha provocato l’abbattimento di circa 2,7 milioni di metri cubi di legname, che rappresenta un valore sette volte superiore al volume prelevato annualmente in Veneto.

La Filiera del Legno è composta in Veneto da 8.358 imprese (dati al 30 giugno 2023). La prima parte della filieraè composta dalle imprese boschive (333 unità nella nostra Regione, A 022 – Utilizzo di aree forestali) e dalle segherie (416 unità, C 16.1 – Taglio e piallatura del legno); la seconda parte della filieraè composta dalle imprese di fabbricazione di prodotti in legno (3342 unità, C 16.2 – Fabbricazione di prodotti in legno) e dalle imprese di fabbricazione di mobili (4267 unità, C 31 – Fabbricazione di mobili).

Ai dati del 30 giugno 2023 si contano 46.582 addetti alle localizzazioni delle imprese attive in Veneto nella Filiera del Legno: 472 addetti nelle imprese boschive e 2.204 addetti nelle segherie; sono 12.667 gli addetti impegnati nelle imprese di fabbricazione di prodotti in legno e 31.239 addetti nelle imprese di fabbricazione mobili. Nella stragrande maggioranza le imprese boschive venete sono costituite da ditte individuali o da microimprese.

Il Veneto, infatti, è la prima regione italiana per addetti e fatturato nel settore del mobile, con aziende che di media superano i 10 dipendenti. Gli stati da dove le aziende venete importano maggiormente i prodotti della silvicoltura sono Austria Bosnia-Erzegovina, Stati Uniti e Croazia. A differenza dei prodotti della selvicoltura, il comparto veneto deimobili ha un saldo commerciale estremamente positivo, dove il valore dell’export supera di dieci volte l’import. Le principali destinazioni dei mobili prodotti sono europee (Francia, Germania in primis), seguiti dagli Stati Uniti.

L’evoluzione dello scenario

Possiamo vantare come Paese la più grande infrastruttura verde che è ancora poco valorizzata dal punto di vista economico e produttivo. L’80% del fabbisogno di legno per l’industria manifatturiera italiana è coperto dall’importazione della materia prima. L’Italia, infatti, per il settore del legno-arredo risulta tra i paesi europei con il più basso grado di auto-sufficienza nell’approvvigionamento di materia prima legnosa.

Tra il 2011 e il 2019, in Veneto, come anche registrato a livello italiano, il numero delle imprese specializzate nella prima trasformazione del legno ed il numero totale degli addetti di queste, si è praticamente dimezzato. Questo dato testimonia la profonda crisi che sta affrontando il comparto delle segherie in Veneto, principalmente a causa di un’offerta sempre più frammentata e di una concorrenza straniera sempre più strutturata e forte. Dal 2018 ad oggi si è registrato un continuo aumento dei numeri nel comparto della silvicoltura e attività forestali, mentre il comparto segherie e prime lavorazioni ha segnato un importante calo. Restano stabili anche le aziende di produzione di mobili. Tra il 2021 e il 2022 il trend sembra essere cambiato. Infatti, grazie alla ripresa dell’intero settore, il numero delle segherie e delle aziende di seconda trasformazione è rimasto praticamente invariato, mentre il numero dei dipendenti di queste aziende ha registrato un leggero aumento. Ad un primo e secondo anello della filiera piuttosto deboli, caratterizzati per lo più da piccole o microimprese, si contrappone un settore di seconda e terza trasformazione forte e strutturato.

Le proposte di CNA Veneto

Il legno nostrano viene utilizzato soprattutto nel comparto dell’energia principalmente come legna da ardere per cui le nostre aziende sono costrette a rivolgersi all’estero: investire su questo filone, anche in virtù dell’aumento di domanda del mercato in un paese antisismico come l’Italia, significherebbe dare valore e contribuire alla crescita del settore della bioedilizia. Il legno rappresenta infatti la materia prima per eccellenza della transizione ecologica e l’aumento di consapevolezza dei consumatori verso i temi green spingerà sempre di più il mercato verso prodotti sostenibili e certificati.

Una gestione forestale sostenibile dei nostri boschi, sostenuta da misure di sostegno alle imprese che si occupano della prima lavorazione del legno, potrebbe riconnettere in sinergia tutti i soggetti della filiera del bosco-legno nazionale al fine di continuare ad alimentare il settore del mobile italiano e quello della bioedilizia, di cui siamo tra i paesi leader in Europa e nel mondo, valorizzando ancora di più il made in Italy.

Moreno De Col, Presidente CNA Veneto

«La svolta green che è diventata oramai improrogabile per il nostro Paese – ha commentato il Presidente CNA Veneto Moreno De Col in chiusura della Tavola Rotonda –. L’Europa ci impone un cambio di passo per quanto riguarda la gestione del nostro patrimonio forestale, principale alleato per contrastare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Una sapiente conduzione di questo patrimonio rappresenta un indotto fondamentale per l’economia della nostra regione. Ma è necessario poter contare su politiche di sostegno al comparto che consentano di superare il gap per quanto riguarda la prima parte della filiera del legno legata alla forte necessità di importazione delle materie prime dai paesi esteri, compensando con la seconda parte della filiera relativa alla produzione di arredi e manufatti in legno nella quale abbiamo migliori performance. Una attenta programmazione da parte della politica negli interventi di sostegno al comparto può aiutarci anche a superare il pregiudizio che il lavoro nell’impresa artigiana del legno sia percepito come realtà povera e antiquata e senza prospettive occupazionali per i giovani. Vanno sviluppate azioni di comunicazione in grado di esaltare la ricchezza di saperi antichi e competenze che caratterizzano questo particolare settore dell’artigianato prevedendo anche misure in grado di supportare di promuovere l’autoimprenditorialità e il passaggio generazionale così da far entrare i giovani in questo mondo; riteniamo fondamentale avviare una attenta riflessione sulla risorsa del legno e la costituzione del Cluster Italia Foresta Legno, di cui la CNA è tra i soci fondatori, ne costituisce il punto di partenza.»