SiCobas proclama sciopero nazionale logistica il 18 dicembre 2020

Il sindacato di base SiCobas ha proclamato lo sciopero nazionale dell’intera filiera logistica per venerdì 18 dicembre 2020. In una nota, il sindacato afferma che “uno dei comparti che si è rivelato fondamentale – assieme ovviamente ad altri considerati essenziali – per la tenuta del tessuto sociale è il settore del trasporto merci-logistica. Ma nonostante l’assoluta centralità di questo settore non si sta dando seguito ad alcuna trattativa per rinnovare un contratto nazionale scaduto da un anno”. E proprio il rinnovo del Ccnl Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni è uno dei punti principali della piattaforma di rivendicazioni che sta alla base dello sciopero. A tale proposito, ricordiamo che i sindacati di base non hanno titolo a partecipare alla trattativa e quindi uno dei punti riguarda proprio l’ingresso del SiCobas nella contrattazione.

Le altre rivendicazioni comprendono aumenti salariali, prolungamento degli scatti di anzianità oltre i cinque anni e sostanziale indennità di vacanza contrattuale e forti disincentivi ai contratti precari e a termine. Legato alla retribuzione è il tema dell’orario di lavoro, di cui il SiCobas chiede una riduzione a parità di salario e all’interno del lavoro chiede anche una riduzione dei ritmi e dei carichi del lavoro, nonché l’aumento delle pause e della maggiorazione per il lavoro notturno.

Nel segmento dell’ultimo miglio, il Sicobas rivendita l’estensione di alcuni aspetti migliorativi “conquistati” in aziende come FedEx, BRT, GLS o SDA a tutti i comparti. Ciò riguarda, per esempio, i passaggi di livello in base all’anzianità, il ticket mensa, l’indennità di turno spezzato, le polizze assicurative, più giorni di ferie e permessi. Sempre a livello aziendale, il sindacato chiede la piena erogazione dei premi di risultato per il 2020 in tutte le aziende in cui sono stati stipulati accordi.

Un punto della piattaforma interessa gli autisti e, in particolare, la clausola di salvaguardia: “Il tempo di impiego deve diventare tempo di lavoro, perché l’autista lavora anche quando non guida il camion durante il tragitto”. Per quanto riguarda la salute, il SiCobas chiede, accanto all’applicazione del protocollo Covid-19, anche un’assicurazione “che garantisca al lavoratore non più idoneo a svolgere la mansione di facchino un salario per vivere”. Per le cooperative, il sindacato ribadisce la richiesta dell’abolizione della figura del socio-lavoratore. Gli altri punti sono più generali e comprendono l’opposizione ai licenziamenti di massa, la cassa integrazione al 100%, il ripristino dell’articolo 18, slegare il permesso di soggiorno degli immigrati dalla condizione lavorativa e l’abolizione dei decreti sicurezza, … .

Ognuno è libero, siamo ancora in un Paese democratico, di manifestare come crede ma, come Parte Datoriale non possiamo che “stigmatizzare” una “piattaforma” che è più una “lista della spesa” che una “rivendicazione contrattuale”: se queste sono le “motivazioni” addotte, ci conferma nella nostra convinzione il non ritenere tali organizzazioni abilitate a trattare.