«Salario minimo? Meglio la contrattazione»
«Salario Minimo? Meglio la contrattazione». Questo il titolo dell’incontro di approfondimento promosso da CNA Veneto, che si è svolto venerdì 20 ottobre in sede CNA Veneto e dedicato ad uno dei temi di attualità più dibattuti del momento.
Il progetto di legge sul salario minimo presentato alla Camera nei mesi scorsi, la cui discussione è stata sospesa per due mesi, è stato reinviato ieri in Commissione lavoro per approfondire il documento del Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro).
E proprio per avere un quadro di riferimento il più possibile esaustivo sono stati coinvolti per un confronto, il Prof. Michele Faioli, professore associato di diritto del lavoro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; Maurizio De Carli Responsabile del Dipartimento relazioni sindacali di CNA e Oscar Rigoni Direttore dell’Ente Bilaterale Artigianato Veneto.
Se a livello nazionale la contrattazione interviene principalmente per assicurare una retribuzione adeguata al costo della vita e norma una serie di istituti in grado di offrire flessibilità e tutele ai lavoratori, va senz’altro ribadito – e questa è la posizione di CNA Veneto – che a livello regionale l’artigianato ha costruito un sistema di relazioni sindacali estremamente efficace che ha dato vita ad una rete territoriale di enti bilaterali in grado di offrire un supporto attraverso prestazioni per imprese e lavoratori. Sono attivi, infatti, strumenti quali quelli erogati dal sistema bilaterale i quali, grazie alla corresponsione da parte dell’impresa di una parte aggiuntiva di salario del lavoratore, sono in grado di assicurare prestazioni di welfare che vanno ben al di sopra del salario minimo e che nel caso rischierebbero di sparire. Tutto questo vale certamente di più di 9 Euro.
«Le relazioni sindacali sono un elemento fondante della nostra Organizzazione – dichiara Moreno De Col Presidente di CNA Veneto – attraverso la quale, soprattutto nella nostra regione, abbiamo dato vita ad una contrattazione di secondo livello in grado di abbracciare tutti i comparti dell’artigianato con soluzioni adeguate ad esigenze di imprese e lavoratori.»
«Per risolvere il problema dei lavoratori sottopagati nel nostro Paese non è sufficiente determinare per legge un salario minimo – afferma il Responsabile Dipartimento relazioni sindacali CNA Maurizio De Carli -. Nel corso degli anni, le relazioni sindacali nel comparto hanno dimostrato che i buoni contratti collettivi prevedono livelli retributivi sempre superiori alla soglia minima che il legislatore intende introdurre. I problemi complessi non si prestano a soluzioni semplici. Per garantire il rispetto del dettato costituzionale di una retribuzione sufficiente e proporzionale non serve fissare un salario minimo per legge. Altre sono le misure necessarie: il contrasto al lavoro irregolare; la regolamentazione della rappresentanza datoriale e sindacale; la garanzia di una corretta applicazione dei contratti collettivi. E bisognerebbe anche affrontare il tema della produttività. Ma questa è un’altra storia.»
«Il Veneto – aggiunge il Presidente CNA Veneto De Col – ha saputo distinguersi per la capacità di dare vita ad un articolato sistema di Enti Bilaterali, di cui EBAV è il principale esponente, in grado di assicurare una rete di prestazioni in favore di imprese e lavoratori che spaziano dal sostegno al reddito, ai sussidi per i figli a carico, fino alle prestazioni di sanità integrativa. Un’eccellenza unica sul territorio nazionale.»
«Ebav – dichiara il Direttore dell’Ente Oscar Rigoni – conta oltre 35.000 imprese aderenti e più di 157.000 lavoratori iscritti. Nel corso del 2022 il nostro ente bilaterale ha erogato prestazioni in favore di imprese e lavoratori per una cifra complessiva superiore ai 20 milioni di euro.»
«È evidente – conclude il Presidente CNA Veneto Moreno De Col – che tutto ciò ha un valore in termini di impatto sul tessuto sociale del nostro territorio che va ben oltre le cifre di cui si discute in questi giorni. È fondamentale che quanto costruito in decenni di confronto tra le parti sociali non venga smantellato; e per questo riteniamo che per superare il tema del ‘lavoro povero’ la sola strada da percorrere sia quella che passa per un ruolo ancor più incisivo della contrattazione e degli strumenti da essa promossi.»