Ristorazione, le richieste al Governo: apertura senza proroghe, orari estesi, vaccini
Meno intermittenza nella gestione delle riaperture, maggiori certezze nell’organizzazione del piano vaccinale per le categorie economiche e una estensione dell’orario di lavoro già al primo ritorno in zona gialla. È quanto chiedono i titolari di ristoranti e bar di tutta Italia, secondo il documento congiunto elaborato da CNA e dalle altre associazioni datoriali presentato proprio nelle scorse ore a Ministro della Salute, Ministro dello Sviluppo Economico, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Presidente della Commissione Agricoltura, Presidente della Commissione Industria, Presidente della Conferenza delle Regioni e Comitato Tecnico Scientifico.
La relazione parte da un’analisi sullo stato di salute del comparto, evidenziando che per molte attività del settore – in particolare quelle legate a eventi e cerimonie – la mancanza di prospettive sta mettendo a rischio l’intero fatturato per il secondo anno consecutivo a prescindere dall’evoluzione sanitaria che avrà la pandemia nei prossimi mesi.
«Più della chiusura – osserva Mirco Froncolati, Presidente Agroalimentare e Ristorazione CNA Veneto Ovest e Presidente regionale per la categoria – ci sta penalizzando la mancanza di una visione nel medio termine almeno plausibile. Oltre a non lavorare oggi, gli imprenditori faticano anche a prendere prenotazioni per i mesi a venire, non sapendo se riusciranno a far fede agli impegni. E questo a catena ha ripercussioni sulle assunzioni, sugli acquisti e sugli investimenti in generale».
La richiesta prioritaria al governo è una sola: valutare con il nuovo Dpcm la possibilità di definire una data di riapertura in sicurezza delle attività di bar e ristorazione senza ulteriori proroghe. In parallelo, l’invito è a pensare a un’estensione degli orari di attività già al primo ritorno in zona gialla, con apertura consentita dalle 5 alle 23 (e conseguente riduzione del periodo di coprifuoco).
«E poi ci accodiamo alle richieste di tutti – conclude Froncolati – per una definizione più ordinata dei tempi nel piano vaccini. Superate le fasce prioritarie e le categorie professionali essenziali, va considerato di dare priorità ai settori della ristorazione e del commercio, cioè quelli con maggiori flussi di contatto con la popolazione. In questo modo, oltre a diventare sicuri come luoghi di lavoro per il nostro personale, possiamo dare alle persone la possibilità di tornare a muoversi nel tempo libero, garantendo degli spazi con un implemento di sicurezza rispetto alle precauzioni che già fanno parte della nostra quotidianità e restituendo un senso di normalità che agevolerà, sia dal punto di vista epidemiologico che psicologico, il percorso delle riaperture».
Fonte: CNA Veneto – Ovest