Rana Plaza, 12 anni dopo: il prezzo del fast fashion
Rana Plaza, 12 anni dopo. Il 24 aprile 2013 il mondo fu scosso da una delle più grandi tragedie industriali della storia moderna: il crollo del Rana Plaza, un edificio commerciale alla periferia di Dacca, in Bangladesh, che ospitava diverse fabbriche tessili. Più di 1.100 lavoratrici e lavoratori persero la vita, oltre 2.500 rimasero feriti. Stavano cucendo abiti per grandi marchi della moda occidentale, in condizioni di lavoro insicure, con orari estenuanti e salari minimi. Quel giorno, il prezzo reale della fast fashion si mostrò in tutta la sua brutalità.
Oggi, a dodici anni di distanza, ricordare il Rana Plaza non è solo un dovere morale, ma un atto politico e culturale. Non possiamo permettere che il sacrificio di quelle vite venga dimenticato mentre continuiamo a comprare capi a pochi euro, prodotti a migliaia di chilometri da qui, in fabbriche dove i diritti umani e la sicurezza sono spesso ignorati.
Come CNA Veneto, vogliamo ribadire l’importanza di promuovere un consumo più consapevole, soprattutto tra le giovani generazioni. Educare al valore del lavoro artigiano, della qualità, della tracciabilità e della dignità del lavoro è fondamentale. Acquistare meno, ma meglio. Scegliere prodotti realizzati da imprese che rispettano i propri dipendenti, che offrono ambienti di lavoro sicuri, equi, inclusivi. Sostenere le realtà del nostro territorio che, spesso in silenzio, portano avanti un modello produttivo etico, sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Il vero lusso, oggi, è sapere chi ha fatto i nostri vestiti, dove, e in quali condizioni. E non si tratta solo di moda: ogni settore può e deve contribuire a un’economia più giusta e umana.
Ricordare Rana Plaza significa anche chiederci ogni giorno da che parte vogliamo stare. Con i nostri acquisti, possiamo scegliere di alimentare un sistema ingiusto, oppure contribuire a costruirne uno nuovo. Più equo, più locale, più umano. È una sfida che riguarda tutti, ma che può partire da ognuno di noi.