Startup e PMI innovative, più vantaggioso investirci grazie al Decreto Sostegni bis

Tra le misure a sostegno delle realtà produttive del nostro Paese, messe in ginocchio dalla pandemia Covid-19, il Decreto Sostegni bis ha introdotto un’agevolazione, seppur temporanea, anche per le startup e PMI innovative: ora risulta più vantaggioso investirci.

Nello specifico, la norma prevede benefici fiscali a favore delle persone fisiche che investono in tali realtà, acquisendone quote di partecipazione mediante sottoscrizione di capitale sociale. Si prevede, infatti, che le plusvalenze per la loro cessione, realizzate al di fuori dell’esercizio d’impresa commerciale, sono esenti dalle imposte sui redditi, sia in caso di partecipazioni qualificate che di partecipazioni non qualificate.

Per fruire dell’agevolazione, le quote devono essere acquisite tra il 1° giugno 2021 e il 31 dicembre 2025 e possedute per almeno tre anni.

La norma è particolarmente agevolativa poiché prevede la non tassazione delle suddette plusvalenze che, altrimenti, sconterebbero un’imposizione fiscale del 26%.

La medesima agevolazione è, altresì, prevista per le plusvalenze realizzate sempre da persone fisiche al di fuori dell’esercizio d’impresa, realizzate tramite cessione di partecipazioni al capitale di società commerciali di cui all’articolo 5 del Tuir (escluse quelle semplici e gli enti a esse equiparati) e all’articolo 73, comma 1, lettere a) e d), del medesimo Testo unico, se, entro un anno dal loro conseguimento, sono reinvestite in start up innovative o in PMI innovative, mediante la sottoscrizione del capitale sociale entro il 31 dicembre 2025.

L’efficacia delle disposizioni è subordinata, ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, all’autorizzazione della Commissione europea, richiesta a cura del Ministero dello Sviluppo Economico.

La misura trova la sua logica se si considera che la disciplina normativa sulle start up e PMI innovative non consente la distribuzione degli utili per tutto il periodo di startup e che quindi il soggetto che investe in queste imprese innovative non troverà ristoro e soddisfazione negli utili o nei dividendi, ma dal guadagno che deriverà proprio dalla cessione delle partecipazioni al termine del periodo di investimento.

La non tassazione del capital gain, va dunque nella direzione di agevolare gli investimenti in start up e PMI innovative, tramite persone fisiche.