L’occupazione riparte: bene le PMI artigiane. In Veneto assunzioni a livelli del 2019

Ad aprile l’occupazione nell’artigianato e nelle piccole imprese è cresciuta dello 0,4% rispetto al mese precedente. Un dato estremamente confortante, in linea con l’andamento nazionale dell’occupazione e con i numeri relativi alla nascita/chiusura delle imprese che, per quanto riguarda l’artigianato, registra un +0,2% sull’anno scorso, il primo incremento dopo oltre dieci anni di continui assottigliamenti di questa platea d’imprese.

Lo rileva l’Osservatorio lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza a cadenza mensile le tendenze dell’occupazione nelle imprese artigiane, micro e piccole fin dal 2014, all’inizio della stagione di riforme che ha profondamente modificato il mercato del lavoro italiano.

Per quanto riguarda i dati tendenziali, va osservato che ad aprile 2020 l’economia ha subito un tracollo storico e di conseguenza ogni dato economico relativo al sopraccennato mese va trattato con prudenza. Premesso questo, tra aprile 2020 e aprile 2021 l’occupazione è cresciuta dell’1,9%. Le assunzioni (che ad aprile 2020 erano crollate: -81%) sono salite in dodici mesi del 287,5%, mentre le cessazioni, “congelate” proprio a partire dall’aprile 2020, segnano un primo aumento tendenziale (+42,4%) dopo un anno trascorso con il segno negativo.

Che cosa ci si può attendere, ora, dal mercato del lavoro italiano con riguardo alle piccole imprese? Il prosieguo della campagna vaccinale e il previsto passaggio in “zona bianca” di tutta Italia sulla carta sono fattori in grado di rafforzare ulteriormente le attuali tendenze, perlomeno nel breve termine; eliminate le restrizioni negli spostamenti e l’incalzare della stagione estiva, vacanziera, dovrebbero imprimere una forte spinta ai consumi consentendo alle imprese di confermare gli attuali posti di lavoro (salvaguardati finora dagli ammortizzatori sociali) e magari anche di procedere a nuove assunzioni, perlopiù stagionali. Un quadro che dovrebbe consentirci di affrontare con maggiore ottimismo la fine del divieto di licenziamento.

Anche in Veneto l’occupazione riparte

In linea con i dati sulle PMI a livello nazionale, anche in Veneto il mercato del lavoro mostra segni di ripartenza. La fotografia che emerge dai dati della Bussola di Veneto Lavoro, relativi ai primi cinque mesi dell’anno, è quella di un’inversione di tendenza rispetto alle recenti dinamiche occupazionali.

Il mese di maggio sembra, infatti, finalmente rappresentare un punto di svolta, con il ritorno del volume delle assunzioni a livelli del tutto assimilabili a quelli del 2019 (53.000 rispetto alle 54.000, appena il -2%) e con un saldo largamente più positivo (+21.200 rispetto a +17.300). È un bilancio numericamente imputabile ai contratti a tempo determinato che dopo aver a lungo sofferto si giovano della ripresa delle attività e vanno a colmare un vuoto preesistente.

Il saldo tra assunzioni e cessazioni nei primi cinque mesi del 2021 è stato pari a quasi +39.000 unità, un va­lore ancora lontano dalle +61.000 fatto registrare nell’analogo periodo del 2019 ma incomparabile con quello negativo fatto registrare nel 2020 (-4.500).