Nuovo Governo e nuovo Ministro per l’Autotrasporto

Le associazioni dell’autotrasporto in questo periodo hanno tenuto un profilo basso affermando che mancava il loro interlocutore istituzionale. Una tregua mantenuta anche per campagna elettorale e la formazione del nuovo Governo che, ora, però si è insediato e, dunque, è necessario riaprire il Tavolo dove sono giacenti diversi fascicoli, alcuni dei quali molto urgenti. Il primo riguarda i carburanti, in primo piano il gasolio seguito dal gas naturale liquefatto. Uno degli ultimi atti di Draghi è stata la proroga dello sconto alla pompa delle accise fino al 18 novembre.

L’ulteriore proroga implica la sospensione della riduzione delle accise sul gasolio che le imprese di autotrasporto possono (potevano) chiedere ogni tre mesi, a condizione che ci siano le condizioni (veicoli con massa complessiva superiore a 7,5 tonnellate con motori Euro V ed Euro VI). I due sconti non possono coesistere perché l’accisa che risulterebbe dall’applicazione di entrambi sarebbe inferiore a quella minima concessa dall’Unione Europea. Quindi, il nuovo Governo dovrà decidere se prorogare ulteriormente la riduzione alla pompa per contenere il prezzo dei carburanti per tutti o tornare all’accisa ordinaria con il conseguente aumento dei prezzi. Ciò dipenderà anche dall’andamento del prezzo industriale. Quello del petrolio sta scendendo ma non è detto che il prezzo del raffinato segua l’andamento del greggio. Il Governo potrebbe adottare un provvedimento analogo a quello del Governo Draghi, ossia concedere un credito d’imposta basato sui consumi di gasolio. Ma ciò richiede l’approvazione della Commissione Europea, che non è scontata per la seconda volta in un anno e che comunque richiede tempo.

Un discorso analogo vale per il gas naturale liquefatto. Anche in questo caso il prezzo sta calando (è sceso sotto i 100 euro al kWh) ma rimane troppo alto per l’autotrasporto e resta sempre il rischio di un’impennata improvvisa. Altra questione è quella relativa all’aumento dei pedaggi autostradali, sospeso dai Governi precedenti da gennaio 2020. Per tre anni le società concessionarie hanno fatto “buon viso a cattiva sorte “ma è facile prevedere che antro la fine dell’anno chiederanno un qualche “adeguamento”. Altra questione delicata riguarda i rapporti tra autotrasportatori e committenti, che si gioca intorno all’applicazione delle tabelle sui costi d’esercizio sulla quale le parti interessate hanno posizioni contrastanti. Infine le “varie” che riguardano l’applicazione del Pacchetto Mobilità, la ridefinizione dell’erogazione di ferrobonus e marebonus, le limitazioni austriache al Brennero, il rinnovo del parco veicolare nell’ambito della transizione energetica, le sanzioni sui ritardi di pagamento delle fatture, la regolamentazione delle attese per carico e scarico e la carenza di autisti. Come si vede di “materie da discutere” ce ne sono ….. e tante.