Ripartire: necessari nuovi schemi di convivenza con il Covid

Convivenza con il covid. Ad un anno di distanza dall’inizio della pandemia da Covid 19, ci si trova a dover fare i conti con una situazione che sembra destinata purtroppo a perdurare ancora per molto tempo, costringendo la vita sociale ed economica delle comunità  a pesantissimi sacrifici con pesantissime conseguenze.

Il Veneto, così come tutta la Penisola, ha risposto con prontezza alle limitazioni imposte dalle misure di contenimento del contagio, cercando di far fronte, per quanto possibile, ad una situazione che dal punto di vista economico ha messo in ginocchio gran parte dei comparti.

Tantissime le filiere in sofferenza. Relativamente efficaci le misure di ristoro che gli Enti istituzionali hanno messo in campo: sicuramente utili nell’immediata necessità, ma non certo risolutive di una situazione che sta perdurando da troppo tempo, in una incertezza che non può aiutare a risollevare una situazione sull’orlo del collasso.

Nell’iniziare questo nuovo anno che sta affrontando una campagna vaccinale nella quale si ripongono tutte le speranze, CNA Veneto cerca nuovi schemi per i prossimi mesi, secondo nuovi modi di convivenza con il Covid 19.

«Nello scorso anno  – riflette il Presidente CNA Veneto Alessandro Conte – le Istituzioni hanno messo in campo iniziative emergenziali di ristoro. Ma nel perdurare di questa difficilissima situazione non è più possibile contare su questo tipo di interventi. I ristori concessi sono una goccia nel mare per tantissime attività economche che sono rimaste chiuse troppo a lungo: è necessario quindi ripensare ad altri schemi. Due le emergenze da affrontare per questo 2021: la necessità di una visione più a lungo respiro che consenta alle filiere una programmazione per ripartire, e la necessità di approntare nuovi schemi di convivenza con il virus con regole di sicurezza fisse e comuni, senza distinzioni di settore.»

«Sia dal punto di vista economico che sociale – aggiunge Matteo Ribon Segretario CNA Veneto – si deve lavorare per identificare parametri comuni di sicurezza che consentano a tutti i comparti di ripartire, senza distinzioni dettate dai vari codici ATECO o dalle diverse attività. Abbiamo chiaro che la strada è ancora lunga; per ripartire è necessaria una visione più ampia e trasversale. Le regole di sicurezza dal contagio debbono riguardare prima di tutto la comunità sociale per tutelare anche quella economica della nostra regione.»

 «Questa incertezza sui giorni di apertura e di chiusura delle attività produttive e il repentino cambio di fasce secondo le indicazioni da parte del Governo – conclude il Presidente Alessandro Conte – non fanno che assommare conseguenze negative su di una situazione che è già pesantemente compromessa. Chiediamo agli Enti e alle istituzioni una programmazione certa, di maggior respiro, con regole comuni per difendersi dal virus in attesa che la campagna vaccinale ci aiuti a sconfiggere il Covid. Solo così potremo affrontare questo nuovo anno, confidando in una ripartenza di tutti i comparti. Ogni singola azione deve rientrare in un nuovo schema di convivenza con il virus, nella sicurezza del contenimento dei contagi.»