Le aree periferiche, quali prospettive possono avere?
Le aree periferiche, quali prospettive possono avere? Secondo Focus del 2023 dell’Osservatorio sull’ Economia di CNA Veneto, Emilia Romagna e Lombardia sul tema della “Centralità Perifierica. Sostenibilità e qualità delle aree Sostenibilità e qualità delle aree interne”.
Lo studio elaborato dal Centro Studi Sintesi è stato presentato a Pavullo nel Frignano in provincia di Modena.
All’incontro sono intervenuti il Presidente di CNA Veneto Moreno De Col; il Presidente di CNA Emilia Romagna Paolo Cavini; il presidente di CNA Lombardia Giovani Bozzini; Alberto Cestari del Centro Studi Sintesi; Igor Taruffi, Assessore Regione Emilia-Romagna; Alberto Petterle, Sindaco di Alpago; Pier Attilio Superti, Segretario Generale Regione Lombardia; Sonia Claudia Bombardieri Vice Sindaca Comune di Tirano. Presente anche il Segretario di CNA Veneto Matteo Ribon e Giuliano Razzoli, medaglia d’oro olimpica nel 2010 a Vancouver.
Una parte preponderante del territorio italiano si connota per un’organizzazione spaziale fondata su “centri minori”, spesso di piccole dimensioni che, in molti casi, sono in grado di garantire ai residenti soltanto una limitata accessibilità ai servizi essenziali. le specificità di questo territorio possono essere riassunte utilizzando l’espressione “aree interne”. Il dibattito a Pavullo si è concentrato proprio su queste zone: quali prospettive possono avere queste aree periferiche?
Quattro le considerazioni uscite dall’Osservatorio.
Le aree periferiche rivestono un ruolo di cruciale importanza per la salvaguardia e la tenuta complessiva del territorio. Di conseguenza, il progressivo abbandono di questi luoghi – sia dal punto di vista demografico, sia imprenditoriale – rappresenta una minaccia per l’assetto idrogeologico, con potenziali effetti negativi anche a valle. Le azioni di contrasto allo spopolamento nelle aree periferiche rivestono quindi un’importanza strategica per l’intero paese, indirizzo opportunamente sostenuto attraverso la Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI).
Un fattore che può contribuire allo sviluppo locale è la sinergia tra turismo e artigianato.
Le potenzialità delle aree periferiche in tema di turismo vanno lette in funzione della possibilità di sviluppo di micro-filiere turistiche con la prospettiva di attrarre imprenditorialità e nuova residenzialità. Non serve puntare su grandi eventi per richiamare turisti, ma su piccole eccellenze locali. Per questo ènecessario riorganizzare l’accessibilità e l’ospitalità in maniera equilibrata, nel rispetto della fragilità dell’ecosistema locale.
E il digitale può fare la sua parte. Le risorse naturali e paesaggistiche, fattori chiave per l’economia turistica, non bastano ad invertire la rotta che da qualche decennio sta facendo scivolare questi territori verso un destino di crescente marginalità. Occorre favorire le condizioni per rendere appetibile l’idea di vivere nelle aree periferiche, assicurando i servizi di welfare. l’identificazione stessa delle aree periferiche risiede nella distanza significativa di questi territori dai poli che offrono i servizi essenziali. In questa direzione in tal senso, le prospettive più interessanti sono rappresentate dalle politiche rivolte a ridurre il digital divide.
La qualità dei servizi va migliorata migliorare con progettualità di area vasta, “pensare in grande”.
La frammentazione amministrativa limita la capacità delle amministrazioni comunali di erogare servizi di qualità alla popolazione e alle imprese. Tuttavia, per rendere maggiormente attrattivi questi luoghi (e convincere la popolazione più giovane a restare) è indispensabile ampliare l’offerta dei servizi. ecco perché è consigliabile, laddove non è stato ancora fatto, puntare sulle aggregazioni dei comuni, utilizzando le soluzioni e le formule istituzionali che rispondono in maniera migliore alle singole esigenze locali.