La ‘tempesta perfetta’: gli impatti della guerra sulle imprese e sull’economia veneta

Presentati i risultati del Focus dell’Osservatorio Economia e Territorio di CNA Veneto, elaborati dal Centro Studi Sintesi sul tema La tempesta perfetta. Gli impatti della guerra russo-ucraina sulle imprese e sull’economia veneta. Sono state illustrate dai Relatori presenti – il Presidente CNA Veneto Moreno De Col, il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon, Alberto Cestari del Centro Studi Sintesi, e Gianni Pietro Girotto, Presidente Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato – le prime evidenze relative agli impatti del conflitto russo-ucraino sull’economia regionale veneta che aggrava la già difficile situazione in cui si trovano le imprese alla luce dell’epidemia dalla quale stiamo uscendo, dell’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia che hanno messo a dura prova il tessuto imprenditoriale e produttivo.

Da sinistra, Alberto Cestari, Moreno De Col, Matteo Ribon

COSA STA ACCADENDO?

Una ‘tempesta perfetta’. È la risultanza di dinamiche legate ai fattori di gravissimo impatto sull’economia del territorio veneto. I primi segnali risalgono agli ultimi mesi del 2021 nei quali si è registrato un improvviso aumento dei costi delle materie prime: conseguentemente, si è assistito ad una forte ripresa del tasso di inflazione che ha contribuito a frenare ulteriormente la ripresa dei consumi interni e a tagliare significativamente le stime di crescita del PIL per il 2022. Immediate le conseguenze sulla produzione delle piccole e micro imprese e sull’export della regione. A questa situazione si è aggiunto, dalla fine del mese di febbraio scorso, lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina con le conseguenti sanzioni adottate contro la Russia. L’analisi dei dati principali indicatori – PIL, Consumi, Investimenti, Presenze Turistiche, Export – mostra che la crescita così faticosamente avviata con la fine del 2021 ha quindi subito un brusco arresto rispetto alle previsioni.

Secondo le ultime stime, nel 2022 il PIL del Veneto si attesterà al livello del 2019, mentre i consumi saranno inferiori del 5% rispetto al quadro pre-pandemia; diversamente, gli investimenti consolideranno ulteriormente il trend di crescita (+13,3%). Inoltre, si ricorda che il 2021 si era chiuso per il Veneto con l’export ampiamente al di sopra del livello del 2019 (+7,8%), mentre permaneva ancora un gap significativo per quanto concerne l’occupazione (-3,4%) e le presenze turistiche (-29%).

«Mentre il Governo sta cercando di concludere con altri fornitori per garantire gli stoccaggi energetici – commenta il Presidente CNA Veneto Moreno De Col – i competitor europei a noi più vicini, quali ad esempio Francia e Germania, si stanno già muovendo in concreto per utilizzi di energie alternative. Come CNA Veneto sottolineiamo l’importanza del tema dell’uso razionale delle energie rinnovabili e delle politiche di accumulo, tema che di sicuro non risolve nel breve il problema ma che, nell’ottica di una riprogrammazione della politica energetica del Paese anche tenendo conto delle direttive suggerite dal PNRR, va senz’altro proposto per pensare ad un sistema energia nazionale volto ad una maggior autonomia. Se non si coinvolgono le piccole imprese le soluzioni sono destinate ad essere insufficienti e parziali. Serve anche una politica energetica comune a livello europeo.»

«La Regione Veneto si sta adoperando per approvare una importante legge improntata alla realizzazione e al finanziamento delle Comunità Energetiche ­– conclude il Presidente De Col – ed è fondamentale agganciare celermente questo progetto anche ai Fondi regionali Por Fesr per dare impulso all’attuazione della legge.»

«I dati sull’aumento dei costi energetici sono noti oramai da diversi mesi – è intervenuto il Senatore Gianni Pietro Girotto, Presidente Commissione Industria, Commercio e Turismo – Senato della Repubblica –. Nel territorio il 90 percento degli operatori non conosce, o misconosce, la possibilità delle comunità energetiche, un investimento che se adeguatamente dimensionato consente un ammortizzamento in soli due anni e un vantaggio a doppio binario, sia per gli imprenditori che per la filiera collegata. Ora bisogna puntare sui condomìni. Esiste già mezzo milione di impianti fotovoltaici su villette e abitazioni monofamiliari; ma esiste anche un milione e duecentomila condomìni che non sono ancora dotati di impianti e analogamente si possono adottare queste soluzioni anche le scuole, i laboratori artigiani, le parrocchie. La strada maestra – ha concluso il Senatore Girotto – è installare le rinnovabili e nel futuro sarà obbligatorio. L’autoproduzione e l’autoconsumo sono fondamentali per ridurre lo sbilanciamento e le comunità energetiche, in questo, sono strutturali.»

LE RIPERCUSSIONI SULL’ECONOMIA DEL TERRITORIO E SULLE IMPRESE VENETE

I consumi delle famiglie italiane faticheranno dunque a riprendersi. Nel 2022 dovrebbero collocarsi ad un livello inferiore di 3,1 punti percentuali rispetto al 2019. Il repentino incremento dei prezzi, sospinti soprattutto dai beni energetici, ha avuto un ruolo cruciale: infatti, nel 2022 il livello dei prezzi risulterà superiore del 7,6% rispetto al 2019.

L’erosione del potere d’acquisto delle famiglie è destinata ad impattare negativamente sulla ripresa della domanda interna: si stima che nel 2022 i consumi delle famiglie in Veneto saranno inferiori di 4,8 miliardi di euro rispetto al livello pre-pandemia.

Come accennato, i principali responsabili sono i beni energetici. Nell’ultimo anno il prezzo medio dell’energia elettrica ha fatto registrare un incremento esponenziale (+410%), passando dai 60 euro/MWH del marzo 2021 ai 308 euro/MWH del marzo 2022. Da marzo 2021 il prezzo del gas è aumentato del 600%: negli ultimi dodici mesi il prezzo medio del gas naturale ha fatto segnare un rialzo senza precedenti (+603%), passando dai 18 euro/MWH del marzo 2021 ai 128 euro/MWH del marzo 2022.

L’IMPATTO SULLE IMPRESE

Energia elettrica: costi in crescita del 180% rispetto al 2019. In Veneto le imprese assorbono il 74% dei consumi elettrici. Nell’ipotesi in cui il prezzo dell’energia elettrica si mantenga ai livelli attuali per tutto il 2022, sulle imprese graverebbero maggiori costi per quasi 6,9 miliardi di euro rispetto al 2019 (+180%).

Gas: in tre anni maggiori costi per oltre 3 miliardi di euro. Le attività economiche rappresentano il 56% dei consumi di gas naturale in Veneto. Nell’ipotesi in cui il prezzo del gas si mantenga ai livelli attuali per tutto il 2022, le imprese dovrebbero farsi carico di maggiori costi per oltre 3,1 miliardi di euro rispetto al 2019 (+280%). Di questi, circa 2,2 miliardi peserebbero sulle imprese dell’industria, mentre i restanti 900 milioni sui settori del commercio e dei servizi.

Export e conflitto in Ucraina: i comparti più esposti. Le esportazioni manifatturiere del Veneto verso Russia ed Ucraina ammontavano nel 2021 a quasi 1,7 miliardi di euro, pari al 2,5% del valore complessivo dell’export regionale. Circa il 60% delle esportazioni verso Russia e Ucraina sono attribuibili alla meccanica e al sistema moda; in termini di quote sull’export del comparto, si distingue ancora la meccanica (3,3%), seguita dal sistema casa (3,2%).

LE CONSEGUENZE: PIL -1,8 punti

PIL 2022: previsioni tagliate di 1,8 punti in soli sette mesi. A settembre 2022 la nota di aggiornamento al DEF 2021, redatta in preparazione della legge di bilancio, stimava il PIL 2022 in crescita del 4,7%. Con il mese di gennaio 2022 si materializzano i primi effetti dell’aumento dei prezzi dell’energia: la Banca d’Italia abbassa le stime di crescita del PIL 2022 al 3,8% [fonte: Bollettino Economico 1/2022]. Con il mese di aprile il Governo, nel Documento di Economia e Finanza 2022, riduce ulteriormente le previsioni del PIL 2022, portandole al +2,9% [quadro tendenziale].

IL COSTO DELL’INCERTEZZA SULLE PROSPETTIVE DI CRESCITA ECONOMICA

L’incertezza legata all’aumento dei prezzi delle materie prime (soprattutto energia) e alla guerra in Ucraina è all’origine del netto ridimensionamento delle prospettive di crescita per il 2022. Tale incertezza genera un «costo» che, allo stato attuale, può essere quantificato in 32,9 miliardi di euro, ed equivale al minore prodotto interno lordo italiano rispetto a quanto previsto lo scorso settembre. Le turbolenze degli ultimi mesi si traducono per il Veneto in una contrazione del PIL 2022 stimabile in 3,1 miliardi di euro.

«Al Governo chiediamo interventi strutturali ma efficaci nel breve periodo. Sappiamo che il PNRR è una grande opportunità ma va corretto dosando le priorità. La situazione bellica tra Russia e Ucraina purtroppo, come abbiamo visto dai dati, condiziona tutta l’area Europea e ha delle ripercussioni sulle catene globali di fornitura e commercio. E’ questa l’occasione per costruire interventi di politica industriale rimandati da troppi anni – chiosa il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon –. Sul tema energia una di queste scelte concrete è sostenere l’autoconsumo e l’autoproduzione in modo massiccio, non solo nella configurazione di comunità energetica ma anche nell’autoproduzione semplice, anche prevedendo un credito d’imposta del 50% dell’investimento per un triennio.»