La Nuova Sabatini diventa green, ma i fondi sono insufficienti
Fondi Nuova Sabatini. Rifinanziata fino al 2027con 900 milioni di euro la Nuova Sabatini, (240 milioni di euro nel 2022 e 240 milioni di euro nel 2023; 120 milioni di euro annui fino al 2026; 60 milioni di euro nel 2027).
Una conferma della validità di questa misura particolarmente adatta ad investimenti produttivi per le micro, piccole e medie imprese con un risvolto green, per sostenere gli investimenti correlati all’acquisto, o acquisizione mediante leasing, di macchinari, impianti e attrezzature ad uso produttivo a basso impatto ambientale e finalizzati a migliorare l’eco sostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi. L’importo andrà a calare con gli anni, e l’erogazione in un’unica soluzione, nei limiti delle risorse disponibili, potrà essere disposta per finanziamenti di importo non superiore a 200.000 euro.
In questi anni, la Sabatini ha rappresentato un volàno importante per gli investimenti specialmente in Veneto, seconda regione dopo la Lombardia ad essere interessata dall’utilizzo del 20% delle risorse totali, in particolare le micro e piccole imprese manifatturiere a cui sono destinate il 70% delle risorse totali. Dal 2014, anno di avvio della misura, sono stati 8 i miliardi di investimenti mossi in Veneto a fronte di una spesa per lo Stato di circa 700 milioni.
La Sabatini è una misura sempre più a portata e appannaggio di micro impresa. Scendendo poi nel dettaglio di come sono state utilizzate in questi anni le risorse, si rileva che i due terzi delle risorse totali hanno attivato investimenti su beni 4.0. E dopo l’avvio della transizione digitale e tecnologica per le micro imprese, ora la scommessa è tutta sulla loro sostenibilità; con la creazione di un filone green infatti, vengono previste agevolazioni per la transizione ecologica e per una maggiore sostenibilità ambientale, ma anche economica visto il perdurare dei costi dell’energia a livelli spropositati.
«Per CNA Veneto è necessario dare continuità agli incentivi per investimenti e innovazione – ragiona il Presidente Moreno De Col –. Proprio in considerazione delle difficoltà contingenti non può essere questo il momento di allentare gli strumenti a sostegno delle piccole imprese. Anche per tutto il 2023 la crisi energetica continuerà a rappresentare una delle principali preoccupazioni per le imprese: non dimentichiamo che l’anno passato si è appena concluso con segnali di prezzi nuovamente in crescita sui mercati. La Nuova Sabatini potrebbe essere uno degli strumenti adatti a colmare il gap che ancora non consente alle micro e piccole imprese di partecipare pienamente al percorso di transizione ecologica.»
«Questa misura – aggiunge il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon – si è dimostrata negli anni lo strumento di eccellenza per attivare investimenti nel settore manifatturiero con quasi la metà delle risorse utilizzate da questo settore (21 mld su 45). In un momento in cui tutti gli operatori segnalano un calo sensibile degli investimenti e per scongiurare un impatto socio-economico complessivo di stagnazione – secondo i dati, il Veneto passerà da un PIL +3,8% nel 2022, ad un +0,1% per il nuovo anno – bisogna assolutamente consentire ad uno strumento come la Nuova Sabatini di marciare, rifinanziandola con le risorse necessarie: servono almeno altri 400 milioni per il 2023; non sono sufficienti i 30 milioni di rifinanziamento annunciati dal Governo (oltre i 240 milioni di euro già previsti per il 2023 dalla Legge di Bilancio 2022). I “piccoli” imprenditori veneti sapranno farne buon uso perché, nonostante tutte le difficoltà, dati alla mano sono pronti a scommettere sull’aumento della produzione per la crescita del territorio e del Paese.»