La chiusura natalizia costa un miliardo alla ristorazione
La chiusura nel periodo natalizio costa più di un miliardo alle attività di ristorazione. Soltanto il pranzo di Natale e il cenone del 31 dicembre rappresentano una perdita secca di circa un miliardo per le attività di ristorazione che resteranno chiuse dal 24 dicembre al 6 gennaio. Un danno che amplifica le ingenti difficoltà di un settore tra i più penalizzati dalle restrizioni per contenere i contagi.
Come conseguenza delle misure imposte per decreto, dal 26 ottobre scorso le attività di ristorazione devono abbassare le serrande alle ore 18.00; e ridurre a 4 le persone per tavolo. A questa situazione si aggiungono gli investimenti sostenuti per il rispetto dei protocolli di sicurezza, e la riduzione dell’offerta, per assicurare il necessario distanziamento.
CNA Agroalimentare sollecita l’apertura di un tavolo sull’intera filiera agroalimentare per definire una serie di robusti interventi strutturali. Questo in una logica sistemica per dare prospettiva a un settore vitale per l’intera economia italiana.
CNA Agroalimentare ha elaborato una serie di proposte sulle quali costruire un percorso di rafforzamento della filiera: esenzione fiscale per tutto il 2021 e transizione da definire con l’Agenzia delle Entrate per una dilazione del pagamento delle imposte. Risorse a fondo perduto per la ristorazione e per le attività di filiera diretta, dalla produzione primaria alle industrie alimentari e delle bevande. E per le attività di filiera indiretta, dalle tintolavanderie ai fotografi. Riduzione del costo del lavoro, ampliamento del plafond di credito da 30mila euro, su richiesta, assistito da garanzia pubblica. Allungamento del periodo di rimborso. Intervento a sostegno degli affitti in aggiunta al credito d’imposta.