L’intelligenza artificiale nelle piccole imprese
Intelligenza artificiale e piccole imprese. Nella manifattura il potenziale di cambiamento legato all’utilizzo di soluzioni di Intelligenza Artificiale è enorme. Possiamo prevedere – ma in parte sta già avvenendo – un significativo innalzamento dell’efficienza produttiva basato sull’ottimizzazione dei costi e dei tempi di manutenzione dei macchinari, sull’adattamento continuo delle linee di produzione, sulla semplificazione delle catene di fornitura. A tutto ciò si aggiungono, naturalmente, i miglioramenti che possono interessare le aziende di tutti i settori produttivi, compresi naturalmente i servizi, sul fronte dell’ottimizzazione dei rapporti con clienti e fornitori.
Le piccole imprese manifatturiere partono con una situazione di svantaggio rispetto alle grandi corporations: da un lato non possiedono la stessa “cultura del dato” (indispensabile per applicare con successo i modelli di AI), dall’altro hanno maggiori difficoltà nel dotarsi delle competenze specialistiche di cui c’è bisogno per estrarre – con il supporto dell’AI – tutto il “valore” presente in azienda. Al momento sono poche le piccole imprese che hanno compiuto qualche passo in questa direzione (il 5,2%, secondo i dati raccolti con l’indagine CNA, arrivando al 10% circa considerando le imprese con almeno 20 addetti).
Nonostante ciò, la maggior parte delle imprese intervistate non… “staranno alla finestra”: lo dimostra quel 53,6% di titolari d’impresa che si dichiarano molto propensi ad integrare soluzioni di AI negli schemi produttivi della loro azienda. Per contro, il fatto che il 35,5% degli intervistati si dicano invece poco interessati alla cosa va in qualche modo interpretato. E’ probabile che giochi un ruolo un sentimento di inadeguatezza per qualcosa di non ben definito e di difficile interpretazione, prima ancora che di complesso utilizzo.
Molto interessante il fatto che l’interesse per l’AI degli imprenditori manifatturieri si canalizzi verso il “cuore” dei processi produttivi (immaginandone un sostanziale efficientamento), più che verso attività di servizio o di finalizzazione come le vendite, il marketing, la gestione clienti.
Ma l’indicazione forse più importante che proviene dalla ricognizione sul campo riguarda la domanda di supporto che le imprese esprimono, una domanda che è soprattutto di “orientamento”.
Naturalmente è molto consistente la domanda di sostegno economico nella transizione, soprattutto sotto forma di crediti agevolati e di incentivi fiscali. Servirà uno sforzo collettivo al riguardo, che tuttavia determinerà certamente dei risultati tangibili.
Nella scenaristica che viene proposta dalle grandi consulting o dagli organismi internazionalisti stima che la spinta della nuova ondata tecnologica possa valere 1,5 punti percentuali di PIL in più per i Paesi che sapranno intercettarla.
La caratterizzazione del nostro tessuto produttivo nazionale tuttavia – di cui dobbiamo mantenere sempre forte consapevolezza – ci impone di considerare che tutto ciò non potrà realizzarsi in mancanza di una partecipazione massiccia delle piccole imprese manifatturiere, tutt’ora saldamente al centro delle attività produttive, in particolare di quelle di grande qualità e rinomanza internazionale.