Imprese giù ed economia in stallo

Imprese giù ed economia in stallo. Il primo Focus 2024 dell’Osservatorio Economia e Territorio condotto dal Centro Studi Sintesi sull’andamento dell’economia del Veneto conferma le previsioni di una economia in stallo per quest’anno.

Dopo due anni di crescita impetuosa (trend 2019-2023 +17,5%) nel 2024 gli investimenti in Veneto sono destinati a rallentare sensibilmente (+0,1%), sia rispetto all’anno precedente, sia con riferimento alle stime dell’autunno scorso. Nell’ultimo Bollettino di Banca d’Italia la netta frenata degli investimenti viene imputata al rialzo dei costi di finanziamento, alle condizioni più rigide di accesso al credito e all’esaurirsi degli effetti legati agli incentivi nell’edilizia. Pesano il dato dell’inflazione (+14,4% in due anni), la difficoltà di accesso al credito (prestiti alle piccole imprese -11%) e le previsioni di crescita pari a zero per PIL (0,7%) e per i Consumi (+0,8%).

Inevitabile la ricaduta sulle imprese ed in particolare su quelle artigiane. Infatti, è proseguito anche nel quarto trimestre 2023 il calo del numero di imprese attive in Veneto: rispetto a fine 2019 si osserva una flessione di 1,9 punti percentuali. Negli ultimi quattro anni il Veneto ha perso quasi 8.300 imprese. Tra il 2019 e il 2023 il numero di imprese artigiane in Veneto, che rappresentano circa il 29% del totale, è diminuito di oltre 4.800 unità, passando da circa 125.600 a poco meno di 121 mila. Rispetto a fine 2019, il ridimensionamento è del 3,8%. In particolare, si nota la flessione delle imprese artigiane nel manifatturiero (-2.609 aziende in quattro anni) e nell’edilizia (-1.313 imprese).

Lo scenario è quello di una economia in stagnazione. Le previsioni per il 2024 indicano una crescita sostanzialmente piatta in attesa dell’evoluzione di diversi scenari: la guerra in Ucraina che prosegue; la crisi in Medioriente che si ripercuote sull’economia dell’intero Paese, sia per l’import che per l’export con la crisi di Suez; la recessione economica in Germania. E non da ultima, la situazione di attesa sullo scenario politico mondiale con le prossime elezioni in Europa e in America.

La lettura di questi dati conferma le previsioni della fine dello scorso anno: «Meno ottimismo – commenta il Presidente CNA Veneto Moreno De Col –. L’aumento dell’inflazione a +14,4%, la difficoltà di accesso al credito delle piccole imprese – oltre 11 punti in meno nell’ultimo anno -, la fine del Superbonus hanno ulteriormente messo in difficoltà le imprese. I dati dell’Osservatorio confermano il trend di contrazione del numero delle imprese soprattutto quelle artigiane; alcune di queste si trasformano, altre decidono di chiudere o per sopraggiunti limiti di età o per effettive difficoltà. Da qui si evidenzia la necessità di spingere a favore dell’imprenditorialità e per attrarre nuove forze interessate a sviluppare l’attività di impresa.»

«In questo scenario non aiutano le difficoltà internazionali – aggiunge il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon – che impattano in particolare sulle piccole e microimprese a causa della difficoltà di approvvigionamenti di materie prime e sulla capacità di esportare i prodotti del Made in Italy. Non dimentichiamo come una inflazione a due cifre, quale abbiamo visto negli ultimi tre anni, abbia impattato in maniera grave sui consumi e sugli investimenti la cui previsione per il 2024 è praticamente pari a crescita zero. Dobbiamo rivolgere una attenzione particolare al prossimo rinnovo degli organismi europei: in quella sede auspichiamo che verranno trovate le soluzioni per una inversione di rotta quanto mai necessaria ed urgente.»