Impatto economico del Covid-19: le prospettive per il Veneto
Impatto Covid-19 Veneto. Se sul fronte sanitario il Veneto appare in ripresa, ora a destare la preoccupazione maggiore è l’intero fronte economico e in modo particolare il comparto turistico. “Sulla base degli attuali documenti di finanza pubblica, dopo sei anni di crescita, il Pil regionale sarà di nuovo in picchiata. Il trend, negativo, rischia di essere dell’8,6 per cento in meno. La preoccupazione maggiore ora è per strutture ricettive, ristorazione, e tutto l’indotto turistico”. Così il Presidente della CNA del Veneto Alessandro Conte in merito allo studio condotto da CNA Veneto in collaborazione con il Centro Studi Sintesi di Mestre.
Restando in tema di prodotto interno lordo, gli effetti del Covid sulle economie dei Paesi europei si sono già fatte sentire: nel primo trimestre del 2020 il Pil italiano si è ridotto del 4,8 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le previsioni per l’intero 2020 oscillano tra il -8 per cento del Def e il -9,5 per cento della Commissione europea. Con questo scenario nel 2020 il Veneto perderebbe tutti i progressi realizzati negli ultimi anni (dopo la crisi del 2008 – 2009). Anzi, per trovare un livello del Pil inferiore bisognerebbe risalire fino al 1999.
Per capire quanto il turismo incida sull’economia del Paese è sufficiente leggere i primi dati del rapporto: il numero delle imprese attive nel settore in Veneto, Emilia e Lombardia rappresentano il 32 per cento del totale e da sole producono il 37 per cento del Pil turistico nazionale.
Il focus sul Veneto
“Con 71 milioni di presenze il Veneto è la prima regione d’Italia per movimento turistico – dice il segretario della CNA del Veneto Matteo Ribon – della filiera fanno parte quasi 35mila imprese e oltre 163mila addetti che in totale producono un valore aggiunto di oltre 9 miliardi di euro. Appare evidente che per numeri e importanza il settore, che rappresenta circa l’11 per cento dell’economia regionale, dovrà non solo essere sostenuto, ma anche rilanciato attraverso investimenti in termini di risorse e di immagine. Restare in Veneto per le vacanze per chi abita in Regione significa non solo contribuire alla ripresa delle attività locali, ma anche avere la garanzia di godere di vacanze sicure e di qualità. Un messaggio che va esteso anche al di fuori della Regione e in particolare ai turisti provenienti in buona parte dal resto d’Europa”. La domanda turistica si caratterizza infatti per la netta prevalenza degli stranieri (68 per cento) e per una stagionalità ad alta intensità. Il 65 per cento delle presenze si concentra tra giugno e settembre. Dalla Germania arriva il 33 per cento dei turisti stranieri, che per il 55,8 per cento scelgono le città d’arte e per il 20,2 il mare.
Cosa è successo con il lockdown? Secondo lo studio, le attività del settore in appena due mesi hanno già perso il 10 per cento del fatturato annuo. Tuttavia, l’entità dell’impatto dipenderà da come evolverà la situazione nei prossimi mesi. E il futuro è a tinte fosche. Lo studio ha provato a delineare una stima per il 2020, ipotizzando un possibile scenario di domanda turistica che si caratterizza per tre condizioni. La prima: non sarà necessario il ripristino delle precedenti misure restrittive; la seconda: gli stranieri torneranno a partire da luglio, anche se in misura pari al 30 per cento dello scorso anno; la terza: i turisti italiani nei mesi di maggio e giugno saranno pari al 20 per cento dello scorso anno, quota che si auspica possa salire al 50 per cento nei restanti sei mesi. Sulla base di queste ipotesi, a fine anno la perdita del fatturato per il comparto turistico in Veneto potrebbe essere del 71 per cento.
“L’impatto delle misure di contrasto al virus imporranno un’accelerazione nella riscoperta di nuove tipologie di offerta turistica alla riscoperta del nostro valore artigiano. Il Veneto – sottolinea Conte – come emerge dai dati, attrae visitatori grazie alla presenza di molte bellezze artistiche e culturali. Far conoscere i nostri borghi, le storie, i prodotti del territorio magari ancora poco noti, attraverso esperienze ‘cucite su misura’ potrebbe rappresentare la chiave di volta di una stagione il cui esito, a causa del virus, risulta per ora incerto”.
E sulle risorse messe in campo dalla Regione il Presidente dice: “E’ necessario che i tempi siano rapidi, altrimenti qualsiasi misura perderebbe di efficacia. Ci auguriamo inoltre che presto, anche alla luce dei dati, vengano destinati dei fondi proprio per la filiera del turismo che insieme al comparto casa e al made in Italy rappresentano gli asset fondamentali per il rilancio dell’economia regionale”.